Il codice fiscale italiano è l’identificativo alfanumerico che contraddistingue ogni persona fisica e molti soggetti fiscali. Lo trovi sulla tessera sanitaria e su vari atti: in pratica, è un numero identificativo univoco utile nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Guida pratica alla struttura del codice: come sono costruiti i 16 caratteri, cosa significano lettere e numeri, perché esistono le omocodie e come evitare gli errori più comuni nelle richieste e nelle verifiche.
Qual è la struttura del codice fiscale?
Il codice è una sequenza alfanumerica pensata per un’identificazione univoca. È un codice alfanumerico di 16 caratteri.

In sintesi, parliamo di un codice fiscale di 16 caratteri pensato per essere unico.
Come si leggono i 16 caratteri?
Le prime tre lettere derivano dal cognome; le tre successive dal nome; poi due cifre per l’anno, una lettera per il mese, due cifre per giorno e sesso, tre per il comune o Stato estero e, infine, una lettera di controllo.
La lettera del mese segue una mappa stabilita: A=gennaio, B=febbraio, C=marzo, D=aprile, E=maggio, H=giugno, L=luglio, M=agosto, P=settembre, R=ottobre, S=novembre, T=dicembre. Per le donne al giorno si sommano 40 unità. Queste regole di composizione sono fissate per legge.
Quali dati contengono le lettere e i numeri?
Le lettere garantiscono compattezza e disambiguazione; i numeri rendono immediata la lettura di anno e giorno. Il codice catastale del luogo individua il comune di nascita (o Stato), mentre il carattere finale valida la sequenza.
Come si calcola, passo per passo
Per uso pratico, è utile conoscere la logica di calcolo: resta comunque l’organo di riferimento l’Agenzia delle Entrate per emissione e verifica.

Di seguito la sequenza con criteri ed esempi.
- Cognome. Prendi le consonanti nell’ordine in cui compaiono. Se sono meno di tre, aggiungi le vocali; se ancora insufficienti, usa X come riempitivo.
- Nome. Se ci sono quattro o più consonanti, prendi 1a, 3a e 4a; altrimenti usa consonanti disponibili e poi vocali. Evita spazi e apostrofi.
- Anno. Usa le ultime due cifre dell’anno di nascita. Ad esempio, 1986 diventa 86.
- Mese. Converti il mese in una lettera secondo la tabella mesi (A, B, C, D, E, H, L, M, P, R, S, T). Questa codifica evita ambiguità tra numeri e lettere.
- Giorno e sesso. Il giorno va da 01 a 31; per sesso femminile somma +40 (es. 15 → 55). Questo rende evidente il genere senza scriverlo.
- Comune/Stato estero. Inserisci il codice catastale del comune di nascita o del Paese (per nati all’estero). Quattro caratteri identificano senza ambiguità la località.
- Controllo. Calcola il carattere di controllo elaborando i primi 15 caratteri secondo pesi e modulo 26. Serve a intercettare errori di trascrizione.
Punti chiave essenziali
- Identifica in modo univoco persone fisiche in Italia.
- È un codice alfanumerico di 16 caratteri.
- Deriva da nome, cognome, data e luogo di nascita.
- Le omocodie risolvono possibili duplicazioni.
- Si richiede e verifica tramite l’Agenzia delle Entrate.
- Non sostituisce documenti d’identità o residenza.
Casi particolari e omocodie
Talvolta due persone diverse possono generare lo stesso codice nelle prime 15 posizioni: è il caso di omocodia. Per distinguere i codici, si trasformano alcune cifre in lettere secondo regole note, mantenendo valida la verifica finale.
Esempi tipici: nomi con poche consonanti, cognomi con particelle o apostrofi, date uguali e comuni molto diffusi. In questi casi il sistema assegna automaticamente varianti coerenti, senza modificare i dati anagrafici.
Doppie consonanti, cognomi con spazi e apostrofi
Cognomi come De Luca o D’Angelo vengono normalizzati: si ignorano spazi e segni grafici, si considerano le sole lettere. Le doppie contano singolarmente; l’ordine resta quello fonetico del nome. Questa normalizzazione evita ambiguità.
Nati all’estero e codici provvisori
Chi nasce all’estero usa lo Stato estero al posto del comune: il relativo codice catastale consente l’identificazione. Nei primi tempi dopo l’arrivo in Italia, possono esistere codici provvisori poi sostituiti. La forma finale rimane invariata.
Errori comuni e come evitarli
- Confondere lettere e numeri simili (es. O/0). Verifica sempre il carattere finale: se non torna, c’è un errore di trascrizione. Rileggi lentamente le sequenze ripetute.
- Sbagliare la lettera del mese. La mappatura non è alfabetica completa: mancano G, I, N, O, Q, U, V, W, X, Y, Z. Controlla la tabella prima di compilare moduli.
- Dimenticare l’incremento per il sesso. Per le donne si somma +40 al giorno. Un 05 diventa 45: se resta 05, il controllo finale probabilmente fallirà.
- Usare un codice catastale non aggiornato. I comuni soppressi o fusi cambiano codice: consulta elenchi aggiornati e preferisci dati ufficiali per evitare rigetti.
- Gestire male i nomi con molte consonanti. Con quattro o più consonanti nel nome si prendono 1a, 3a e 4a: se si usano 1a, 2a, 3a, il codice risulta diverso.
- Inserire spazi o segni diacritici. Apostrofi, accenti e spazi non si riportano: considera solo le lettere. Mantieni l’ordine naturale senza aggiungere simboli.
- Trascurare il carattere di controllo. È essenziale per validare l’intera stringa: se non coincide, ricontrolla input e posizioni pari/dispari, poi ripeti la verifica.
Domande ricorrenti e controlli
Per un controllo formale verifica il carattere finale e il codice catastale. Se tutto torna, il codice è plausibile. In caso contrario, ricontrolla i dati di partenza (nome, cognome, data e luogo) e la corretta mappatura mese/giorno.
Per l’emissione, l’unico ente competente è l’Agenzia delle Entrate; per eventuali correzioni dei dati anagrafici o duplicazioni, rivolgersi agli uffici. Gli strumenti online sono utili come controllo preliminare ma non sostituiscono i riscontri ufficiali.
Domande frequenti
Il codice fiscale è lo stesso della tessera sanitaria?
No. La tessera sanitaria riporta il codice fiscale ma è anche una carta magnetica per l’accesso ai servizi sanitari. Il codice fiscale identifica, la tessera abilita servizi.
Come recupero il mio codice fiscale?
È indicato su tessera sanitaria, certificazioni fiscali e atti anagrafici. In caso di smarrimento della tessera, si può chiedere un duplicato presso gli uffici competenti.
Cosa succede in caso di omocodia?
Si applicano regole di sostituzione di alcune cifre con lettere per distinguere i soggetti, lasciando invariati i dati anagrafici. Il carattere di controllo resta coerente con la variazione.
Gli stranieri hanno un codice fiscale?
Sì. È rilasciato anche ai non residenti che hanno rapporti con la Pubblica Amministrazione italiana. In luogo del comune si usa il codice dello Stato estero di nascita.
Il codice fiscale scade?
No. Il codice fiscale non ha scadenza. Può cambiare soltanto la tessera sanitaria (che lo riporta), soggetta a rinnovo, oppure i dati anagrafici in caso di errori.
In sintesi operativa
- 16 caratteri alfanumerici con controllo finale.
- Dati da nome, cognome, nascita e luogo.
- Giorno +40 per il sesso femminile.
- Omocodie per gestire duplicati.
- Verifiche e rilascio presso Agenzia Entrate.
Comprendere come funziona il codice aiuta a leggere documenti e a prevenire errori di compilazione. Quando hai dubbi o incongruenze, confronta sempre i dati anagrafici con certificati ufficiali e ricorri a controlli formali sulla struttura complessiva, incluso il carattere di verifica.
Per emissione e rettifiche affidati agli uffici competenti: l’Agenzia delle Entrate è il riferimento per pratiche, duplicati e variazioni. Gli strumenti informativi sono utili per una prima verifica, ma le decisioni operative richiedono documenti ufficiali e riscontri aggiornati.