Il regime forfettario è un regime agevolato per chi avvia o gestisce una partita IVA, spesso considerato una soluzione semplificata rispetto all’ordinario. Riduce la burocrazia e applica un’imposta sostitutiva in luogo dell’IRPEF e delle addizionali. In questa panoramica neutrale spieghiamo in modo chiaro cosa include, a chi si applica e quando può risultare vantaggioso, senza sostituire il parere di un professionista.
Breve sintesi: il regime forfettario è un’opzione fiscale semplificata per professionisti, ditte individuali e microimprese. Prevede imposta sostitutiva, coefficiente di redditività e regole IVA dedicate. Qui trovi una panoramica neutrale su requisiti, pro e limiti, con esempi pratici.
Chi può accedere e con quali requisiti?
L’accesso dipende da ricavi/compensi annui, dall’assenza di specifiche cause di esclusione (ad esempio partecipazioni in società o regimi speciali) e da altre condizioni previste dalla legge. In generale, la disciplina mira a semplificare l’avvio e la gestione di attività di piccole dimensioni.
L’Agenzia delle Entrate descrive requisiti e soglie che regolano ingresso e permanenza. A titolo informativo, la normativa recente ha fissato soglie come 85.000 euro per l’accesso e un’uscita immediata oltre 100.000 euro in caso di superamento in corso d’anno. Verifica sempre gli aggiornamenti e le eccezioni applicabili alla tua situazione.
Cosa cambia vicino alle soglie
Quando l’attività è prossima ai limiti previsti, la scelta può dipendere da oscillazioni di fatturato e da come i costi incidono sul reddito. Valutare scenari prudenziali aiuta a capire se conviene restare o passare a un regime diverso.
Quando conviene il regime forfettario?
Tende a essere conveniente quando i costi reali sono contenuti e il coefficiente di redditività applicato alla tua attività restituisce un imponibile competitivo rispetto all’ordinario. Per molti, conta anche la semplicità amministrativa: minori adempimenti e calcoli più lineari possono liberare tempo ed energie.
Al contrario, se sostieni spese elevate deducibili nell’ordinario (affitti, attrezzature, personale) o benefici di detrazioni personali consistenti, è utile confrontare i risultati con numeri realistici. In presenza di clienti esteri o operazioni particolari, le valutazioni possono cambiare.
Esempi pratici rapidi
- Professionista con costi minimi: il coefficiente di redditività produce un imponibile simile o inferiore all’ordinario, e la gestione resta snella.
- Ditta individuale con molti acquisti: le spese non dedotte analiticamente possono rendere più favorevole un regime diverso, specie oltre certe soglie.
- Attività in crescita: conviene monitorare l’andamento per prevenire salti di regime improvvisi e pianificare in modo ordinato.
Punti essenziali rapidi
- Imposta sostitutiva al posto dell’IRPEF ordinaria.
- Reddito calcolato con un coefficiente di redditività per attività.
- IVA non esposta in fattura, salvo specifiche eccezioni.
- Soglie di ricavi/compensi annui definiscono l’accesso.
- Contributi previdenziali deducibili dal reddito forfettario.
- Regole e limiti soggetti ad aggiornamenti normativi.
Come funziona in fattura e IVA?
Nel forfettario di norma l’IVA non è esposta in fattura e si indicano diciture che chiariscono il regime applicato.

La fattura resta comunque elettronica, con numerazione e campi previsti dalla normativa.
Di solito non si subiscono ritenute d’acconto e non si detrae l’IVA sugli acquisti. Alcune categorie possono indicare in fattura la rivalsa dei contributi previdenziali, quando prevista dal proprio ordinamento, senza che ciò comporti l’addebito dell’IVA.
Posso operare nel MEPA con il forfettario?
Sì. Molti fornitori lavorano con la Pubblica Amministrazione attraverso il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA), che consente di offrire beni e servizi alla PA per importi entro soglie definite. Il regime fiscale non vieta l’abilitazione; contano i requisiti tecnico‑amministrativi dei bandi.
Il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione è la piattaforma digitale per gli acquisti della PA, dove fornitori abilitati propongono beni e servizi per ordini sotto soglia.
Nella pratica è importante leggere capitolati e condizioni degli ordini, inclusi termini di consegna e fatturazione elettronica. Alcuni meccanismi della PA, come specifiche modalità di pagamento, possono differire rispetto ai clienti privati.
Vantaggi e limiti in pratica
Ogni attività è diversa:
ciò che per un professionista è un vantaggio può essere un limite per un imprenditore con strutture più complesse. Ecco aspetti ricorrenti da considerare con realismo.
- Semplificazione amministrativa: meno registri e scadenze rispetto all’ordinario. Questo riduce errori e tempi morti, favorendo la concentrazione sul lavoro e sui clienti.
- Imposta sostitutiva al posto di IRPEF e addizionali: consente previsioni più lineari, ma non tutte le detrazioni personali producono gli stessi effetti del regime ordinario.
- Niente IVA in fattura: per clienti non detraenti (es. privati), il prezzo può risultare più competitivo; per clienti detraenti, l’assenza di IVA può essere neutra o meno interessante.
- Coefficiente di redditività: semplifica il calcolo, ma se sostieni costi elevati può risultare penalizzante rispetto alla deduzione analitica del regime ordinario.
- Gestione della crescita: superare le soglie durante l’anno può comportare passaggi immediati o dall’anno successivo. Monitorare il fatturato aiuta a evitare sorprese.
- Contributi previdenziali: sono deducibili dal reddito forfettario e influenzano l’imposta dovuta; le aliquote dipendono dalla cassa o gestione di riferimento.
- Accesso al credito: bilanci semplificati e margini variabili possono richiedere spiegazioni aggiuntive verso banche o partner, soprattutto in fase di investimento.
- Compatibilità con altre attività: cumulare lavoro dipendente, attività occasionale o cariche societarie può incidere sui requisiti. È bene verificare prima di prendere impegni.
Costi e contributi previdenziali
I contributi previdenziali dipendono dalla tua cassa professionale o, in mancanza, dalla Gestione separata INPS. Le regole di calcolo non sono identiche per tutti e possono prevedere minimali, acconti e conguagli. Nel forfettario, i contributi versati riducono l’imponibile su cui si applica l’imposta sostitutiva.
Chi svolge attività artigiane o commerciali segue le regole dei relativi gestionali previdenziali; i professionisti iscritti a casse autonome hanno criteri diversi. In caso di attività miste, è utile distinguere correttamente i redditi e gli obblighi.
Domande frequenti
Il regime forfettario è obbligatorio?
No. È un’opzione tra diverse modalità fiscali per la partita IVA. La scelta dipende da requisiti e convenienza, che variano in base all’attività e all’andamento dei ricavi.
Posso aderire se ho un lavoro dipendente?
In molti casi è possibile, rispettando le condizioni previste dalla normativa. Occorre verificare limiti e compatibilità, anche rispetto alla prevalenza di reddito e ad eventuali cause di esclusione.
Come si calcola il reddito forfettario?
Si applica un coefficiente di redditività ai ricavi/compensi della tua attività. I contributi previdenziali versati sono deducibili; in genere non si deducono spese analitiche, salvo eccezioni previste.
Devo applicare ritenuta d’acconto?
Di norma no: il forfettario non subisce ritenute d’acconto sui compensi. Restano tuttavia da rispettare le indicazioni formali nella fatturazione elettronica e le eventuali eccezioni di legge.
Posso emettere fatture elettroniche?
Sì. La fattura elettronica è oggi generalizzata e il regime forfettario non ne è escluso. Restano obbligatorie le diciture che identificano correttamente il regime fiscale adottato.
Si può lavorare con la Pubblica Amministrazione?
Sì, anche tramite MEPA. Servono abilitazione e rispetto dei capitolati; il regime fiscale non è un ostacolo in sé. Verifica eventuali condizioni particolari per pagamenti e documentazione.
In breve, cosa ricordare
- Il regime forfettario è un’opzione agevolata con imposta sostitutiva.
- Conviene se costi reali sono contenuti e semplicità amministrativa è prioritaria.
- Non si espone IVA in fattura, con eccezioni da valutare.
- Contributi e soglie incidono sulla convenienza complessiva.
- Norme aggiornate possono cambiare requisiti e limiti.
Questa guida offre una visione d’insieme, utile per orientarsi tra concetti e terminologia. Le scelte fiscali, però, richiedono sempre una valutazione puntuale del caso concreto. Confrontare scenari e ipotesi ti aiuta a capire se le semplificazioni bilanciano i possibili svantaggi.
Prima di decidere, raccogli i dati essenziali su ricavi, costi e contributi e chiedi un riscontro professionale. Una verifica preventiva, basata su numeri realistici, riduce gli errori e consente una pianificazione più serena nel medio periodo.