Le rimanenze sono le scorte che l’impresa detiene in magazzino alla fine di un periodo e influenzano utili e bilancio. Valutarle in modo corretto aiuta a stimare margini, pianificare gli acquisti e tenere sotto controllo il costo del venduto. In questa guida vedrai metodi, esempi e passaggi per una valorizzazione chiara e coerente.

Definizione, categorie e calcolo delle rimanenze: dall’inventario fisico al confronto tra costo e valore di realizzo netto, con metodi come FIFO e costo medio. Esempi numerici, errori da evitare e suggerimenti pratici per un magazzino affidabile.

Quali sono i tipi di rimanenze?

In contabilità, “rimanenze” indica beni destinati alla vendita o impiegati nella produzione. Le principali categorie hanno comportamenti di costo e di rischio differenti, utili per stimare vendite future e obsolescenza.

  • Materie prime: componenti o materiali che entrano nel ciclo produttivo. Devono includere anche costi accessori come trasporto e imballi, se rilevanti.
  • Semilavorati: prodotti non ancora finiti che richiedono ulteriori fasi di lavorazione. Hanno valori di trasformazione da considerare.
  • Prodotti finiti: pronti per la vendita; il loro prezzo riflette costi diretti e quota di costi indiretti ragionevolmente allocata.
  • Merci: beni acquistati per la rivendita; tipiche del commercio all’ingrosso o al dettaglio, con rotazioni elevate.
  • Lavori in corso su ordinazione: commesse aperte con avanzamento misurato e margini stimati con prudenza.

Come si calcolano le rimanenze finali?

Si parte dall’inventario fisico, contando quantità per articolo e verificando lo stato dei beni (nuovi, danneggiati, lenti).

Inventario fisico in magazzino: conteggio e valutazione delle rimanenze
Operatore con clipboard tra le corsie di un magazzino per conteggio inventariale · Pexels License (free commercial use, no attribution required) · Person With Clipboard in Warehouse · Free Stock Photo

Le differenze con i registri si riconciliano prima della valutazione per evitare duplicazioni o mancanze.

La valutazione segue un principio semplice: confrontare il costo con il valore di realizzo netto (prezzo di vendita stimato al netto di costi diretti di completamento o vendita) e scegliere il minore. Se il valore di realizzo netto è più basso del costo, si effettua una svalutazione prudenziale e documentata.

Per calcolare l’importo: si determina un costo unitario (secondo il criterio scelto), lo si moltiplica per le quantità in giacenza e si applicano eventuali riduzioni per deprezzamento, danni o obsolescenza. Una documentazione coerente rende ripetibile il processo e riduce contestazioni.

Passi essenziali per rimanenze

  • Raccogli i dati di magazzino: giacenze iniziali, acquisti, resi, movimenti.
  • Esegui l'inventario fisico e risolvi differenze con i registri.
  • Scegli il criterio di costo: FIFO o costo medio ponderato.
  • Calcola il costo unitario e il costo delle rimanenze finali.
  • Confronta costo e valore di realizzo netto; rileva eventuali svalutazioni.
  • Documenta metodi, stime e controlli per audit e coerenza.

Quali metodi di valutazione usare?

La scelta del criterio incide su margini e volatilità dei risultati. Le opzioni più diffuse sono il metodo FIFO e il costo medio ponderato (CMP); entrambi hanno logiche diverse ma mirano a una misura prudente e consistente.

Metodo FIFO

Il metodo FIFO (First-In, First-Out) assume che le unità acquistate per prime siano vendute per prime. In contesti inflattivi, il costo del venduto tende a riflettere prezzi più bassi storici, mentre le giacenze residue incorporano livelli di prezzo più recenti.

FIFO è intuitivo, facile da spiegare a chi opera in magazzino e spesso aderente al flusso fisico dei beni deperibili. Può però esporre a margini più elevati in periodi di prezzi crescenti, con possibili effetti sulla tassazione nei quadri normativi che lo prevedono.

Costo medio ponderato (CMP)

Il costo medio ponderato ricalcola dopo ogni acquisto un costo unitario medio (somma dei costi totali divisa per le quantità totali disponibili). Ne derivano risultati più stabili quando i prezzi oscillano.

Il CMP riduce la sensibilità a picchi di prezzo, semplificando il controllo del costo del venduto. Richiede attenzione nella gestione dei movimenti e nella periodicità di aggiornamento (perpetuo o periodico).

Metodo LIFO (solo contesti specifici)

Il LIFO (Last-In, First-Out) assume che le ultime unità acquistate siano vendute per prime. In ambito internazionale, non è ammesso dai principi IFRS, che indicano come accettabili FIFO e costo medio e richiedono la valutazione al minore tra costo e valore di realizzo netto.

Alcuni framework, come i principi contabili statunitensi (US GAAP), consentono il LIFO in determinate condizioni, con regole specifiche di misurazione e informativa. Valuta sempre il quadro contabile applicabile prima di adottare un metodo.

Quando rimanenze e ricavi si incontrano?

Le rimanenze collegano acquisti e vendite attraverso il costo del venduto. La relazione tipica è: Costo del venduto = Rimanenze iniziali + Acquisti del periodo − Rimanenze finali. Se le rimanenze finali sono più alte, il costo del venduto si riduce e il risultato operativo tende a salire (a parità di ricavi).

Quando il valore di realizzo netto scende sotto il costo (beni danneggiati, lenti, fuori stagione), si registrano svalutazioni che aumentano i costi del periodo. Questo migliora la qualità del bilancio perché evita di mostrare valori non recuperabili e rende più realistico il margine lordo.

In pratica conviene segmentare il magazzino: prodotti veloci, lenti e obsoleti. Ogni segmento può avere politiche di prezzo e livelli di scorta target diversi, così da minimizzare rimanenze e massimizzare la disponibilità agli ordini.

Esempi numerici commentati

Supponi di acquistare 100 pezzi a 10 e 100 pezzi a 12;

Tabella di calcolo delle rimanenze con confronto tra FIFO e costo medio
Icona vettoriale di tabella/foglio di calcolo per esempi didattici · Public Domain (CC0) – Openclipart · icon table - Openclipart

vendi 150 pezzi nel periodo e ne restano 50 in magazzino. Ecco come cambia la valutazione con i diversi criteri e con eventuali svalutazioni.

  1. FIFO: le 150 unità vendute sono le 100 a 10 e 50 a 12; costo del venduto = 1000 + 600 = 1600. Rimanenze finali = 50 a 12 = 600. Margini più alti in inflazione.
  2. Costo medio: costo medio = (100×10 + 100×12)/200 = 11. Costo del venduto = 150×11 = 1650. Rimanenze finali = 50×11 = 550. Risultati più stabili.
  3. Svalutazione per NRV: se il prezzo stimato di vendita scende a 10,50 con costi di vendita 0,20, il valore di realizzo netto è 10,30. Le rimanenze a costo 12 si svalutano a 10,30 per unità.
  4. Resi e rotture: se 5 pezzi risultano danneggiati, si escludono dal lotto vendibile e si valutano al valore recuperabile (es. rottame), registrando la perdita a conto economico.
  5. Costi accessori: trasporto e imballo direttamente attribuibili aumentano il costo unitario. In CMP, entrano nella somma dei costi totali prima di calcolare il nuovo medio.
  6. Prezzi altalenanti: oscillazioni rapide rendono FIFO più volatile; il costo medio attenua i picchi ma può allontanarsi dal flusso fisico. La scelta va mantenuta coerente nel tempo.

Errori comuni e buone pratiche

Una valutazione solida richiede processi ripetibili e controlli semplici. Stabilire politiche chiare di conteggio, criteri di test e soglie di obsolescenza aiuta a evitare sorprese a fine periodo e a migliorare l’affidabilità del dato.

  • Confondere scorte lente con invendibili: definisci soglie di giorni di giacenza e aggiornale periodicamente.
  • Registri non allineati all’operatività: consolida movimenti di carico/scarico prima del conteggio e riconcilia differenze.
  • Stime di valore di realizzo netto superficiali: usa listini, sconti medi e costi di vendita realistici.
  • Cambiare spesso criterio: mantieni il metodo scelto, salvo motivi sostanziali documentati e comunicati.
  • Ignorare costi accessori rilevanti: includi trasporti, imballi e lavorazioni esterne quando direttamente attribuibili.
  • Non segmentare il magazzino: tratta diversamente prodotti veloci, lenti e obsoleti, impostando azioni mirate.

Domande frequenti

Le rimanenze sono la stessa cosa delle scorte?

Nel linguaggio comune sì, ma in contabilità “rimanenze” indica il valore delle scorte a fine periodo, dopo conteggio e valutazione. È una misura economica, non solo quantitativa.

Ogni quanto fare l’inventario fisico?

Almeno una volta l’anno, tipicamente a fine esercizio. In magazzini complessi conviene ciclico a rotazione, con conteggi frequenti su articoli critici o di alto valore.

Il LIFO è consentito?

Dipende dal quadro contabile applicato. In ambito IFRS non è ammesso; in alcuni contesti, come US GAAP, può essere consentito con regole specifiche. Verifica sempre le norme pertinenti.

Come si stima il valore di realizzo netto?

Parti dal prezzo di vendita atteso e sottrai sconti, costi di completamento e costi diretti di vendita. Usa dati recenti (listini, storico sconti, commissioni) e aggiorna le stime se il mercato cambia.

Che differenza c’è tra FIFO e costo medio?

FIFO attribuisce ai beni venduti i costi più vecchi, mentre il costo medio ponderato livella i costi nel tempo. FIFO riflette meglio il flusso fisico; il medio riduce la volatilità dei margini.

Le rimanenze incidono su vendite e ricavi?

Incidono indirettamente, perché modificano il costo del venduto e quindi il margine. Rimanenze finali più alte riducono il costo del venduto del periodo, a parità di ricavi.

In sintesi operativa

  • Valuta le rimanenze al minore tra costo e valore di realizzo netto.
  • Scegli un metodo coerente (FIFO o costo medio) e documentalo.
  • Un inventario fisico accurato riduce differenze e contestazioni.
  • Le rimanenze finali influenzano costo del venduto e margini.
  • Svaluta beni lenti, obsoleti o danneggiati con criteri chiari.

Le rimanenze raccontano come l’azienda acquista, produce e vende. Un processo di conteggio robusto, criteri di valutazione semplici e documentazione essenziale rendono il dato affidabile e comparabile nel tempo. Quando i prezzi oscillano, preferisci metodi che sai spiegare e replicare, senza complicazioni inutili.

Queste informazioni hanno finalità generali. Per casi particolari (commesse, beni deperibili, grandi obsolescenze) valuta politiche interne e prassi contabili applicabili. Investire in controlli e revisione dei dati di magazzino riduce errori e ti aiuta a prendere decisioni più rapide e consapevoli.

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