La Politica agricola comune (PAC) è il quadro dell'Unione europea che orienta agricoltura e aree rurali. Combina pagamenti diretti, eco‑schemi e sviluppo rurale per sostenere il reddito, la competitività, il clima e la biodiversità, attraverso regole comuni e programmi adattati ai singoli Paesi.
In breve: la PAC è la politica UE per agricoltura e aree rurali. Fornisce pagamenti diretti legati a condizionalità, premia pratiche verdi con eco‑schemi e finanzia investimenti e innovazione nelle campagne tramite lo sviluppo rurale.
Quali sono gli obiettivi della PAC?
La PAC tutela il reddito agricolo, la sicurezza alimentare e la gestione sostenibile di suolo, acqua e biodiversità. Mira anche a mantenere vitali le comunità rurali, promuovendo occupazione, servizi e coesione territoriale.

La PAC sostiene gli agricoltori, garantisce alimenti a prezzi accessibili e tutela l'ambiente.
Mostra testo originale
The CAP supports farmers, improves agricultural productivity, ensures a stable supply of affordable food, and safeguards the environment.
In pratica, la PAC bilancia obiettivi economici e ambientali: aiuta a stabilizzare i redditi quando i prezzi oscillano, mentre incentiva pratiche agricole più resilienti ai cambiamenti climatici.
Chi beneficia della PAC?
I destinatari principali sono agricoltori e allevatori attivi, ma i benefici si riflettono sull'intera società: cibo stabile e sicuro, paesaggi curati, servizi ecosistemici e opportunità di lavoro nelle zone rurali.
Come funzionano i pagamenti diretti?
Nel periodo 2023–2027, i pagamenti diretti ruotano attorno a un set di interventi che ogni Stato adatta nei propri piani strategici della PAC. In genere, combinano sostegno al reddito, misure redistributive, incentivi ai giovani e premi ambientali.
- Sostegno di base al reddito: un pagamento per ettaro ammissibile, spesso disaccoppiato dalla produzione. Offre prevedibilità, come una “rete” che riduce l’impatto di annate difficili.
- Pagamento ridistributivo: sposta una quota del budget verso le superfici iniziali dell’azienda, sostenendo realtà piccole e medie. Favorisce una struttura agricola più equilibrata.
- Giovani agricoltori: un aiuto aggiuntivo per neo‑insediati o under 40, a sostegno di ricambio generazionale, investimenti e competenze digitali.
- Eco‑schemi: premi annuali per pratiche volontarie utili a clima e natura (ad esempio, coperture vegetali o corridoi ecologici). Rientrano nel primo pilastro e sono progettati a livello nazionale.
- Capping e degressività: meccanismi che riducono i pagamenti oltre soglie prefissate, per riallocare risorse e rafforzare la componente redistributiva.
- Requisiti e condizionalità: il sostegno è legato al rispetto di standard ambientali e sociali, con controlli e possibili riduzioni in caso di violazioni.
- Disaccoppiamento e convergenza: i titoli si avvicinano progressivamente a valori più omogenei, semplificando il sistema e riducendo distorsioni storiche.
Punti chiave sulla PAC
- La PAC è la politica UE per agricoltura e aree rurali.
- Si articola in due pilastri: pagamenti diretti/eco-schemi e sviluppo rurale.
- I pagamenti richiedono condizionalità ambientali e sociali.
- Gli eco-schemi premiano pratiche volontarie favorevoli a clima e natura.
- I Piani strategici nazionali adattano gli interventi ai contesti locali.
- I fondi principali sono FEAGA (pilastro I) e FEASR (pilastro II).
Eco-schemi ed esempi pratici
Gli eco‑schemi della PAC premiano pratiche oltre i requisiti minimi. Sono costruiti in modo semplice e annuale, così da poter essere adottati senza vincoli pluriennali troppo rigidi.

Ecco esempi ricorrenti, con benefici ambientali osservabili in campo:
- Pascolo estensivo: carichi moderati di bestiame e turnazione. Riduce la pressione sui prati e migliora la biodiversità, mantenendo produttività e resilienza.
- Coperture vegetali: semine di miscugli invernali tra colture principali. Mitigano erosione e lisciviazione, aumentando sostanza organica e salute del suolo.
- Siepi e fasce tampone: infrastrutture verdi lungo fossi e bordi campo. Forniscono habitat, filtrano nutrienti e fungono da corridoi ecologici.
- Agroforestazione: inserimento di filari arborei o pioppeto in parcelle coltivate. Diversifica reddito e microclima, con stoccaggio di carbonio e ombreggiamento.
- Riduzione di input: tecniche a dose variabile, rotazioni più ampie, meno arature. Diminuiscono costi e impatto, spesso senza penalizzare le rese.
Condizionalità e controlli
La condizionalità rafforzata unifica e aggiorna regole ambientali e di gestione: impegni su suolo, vincoli a lavorazioni su pendii, tutela prati permanenti, protezione di elementi paesaggistici.
Accanto a questi standard, alcuni Paesi integrano criteri sociali (come la conformità a norme su sicurezza e lavoro). I controlli combinano telerilevamento e verifiche in loco, con approcci più “smart” per semplificare oneri burocratici e comunicare esiti in tempi rapidi.
- Se gli obblighi non sono rispettati, scattano riduzioni proporzionali ai pagamenti.
- I sistemi di monitoraggio per area rendono le verifiche più frequenti, ma meno intrusive.
- La formazione aiuta a prevenire errori e a migliorare la qualità dei dati aziendali.
Sviluppo rurale e innovazione
Il secondo pilastro finanzia investimenti, cooperazione e servizi nelle aree rurali, tramite il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Qui rientrano transizione digitale, efficienza idrica, energie rinnovabili, filiere corte e azioni collettive.
Molte misure prevedono punteggi premianti per progetti con impatti ambientali chiari o con partenariati tra agricoltori, consulenti e centri di ricerca. In questo modo si favorisce la diffusione di soluzioni replicabili e l’adozione di tecnologie accessibili anche alle aziende più piccole.
- Investimenti materiali: macchine, strutture, irrigazione efficiente.
- Conoscenza e consulenza: formazione continua e scambio tra pari.
- Cooperazione: progetti pilota e innovazione in gruppo.
- Servizi di base: infrastrutture digitali e sociali per territori periferici.
Chi decide e come?
La PAC attuale è co‑progettata tramite Piani strategici della PAC elaborati dagli Stati membri e approvati dalla Commissione. Ogni piano definisce obiettivi misurabili, target e indicatori di risultato.
Il finanziamento si appoggia a FEAGA per il primo pilastro e a FEASR per lo sviluppo rurale. La governance combina audit, valutazioni annuali e correzioni di rotta, per mantenere coerenza tra risorse spese e risultati conseguiti.
Domande frequenti
Qual è la differenza tra FEAGA e FEASR?
FEAGA finanzia pagamenti diretti ed eco‑schemi (primo pilastro); FEASR sostiene investimenti, cooperazione e servizi nelle aree rurali (secondo pilastro). Sono fondi complementari.
La PAC finanzia anche i pioppeti?
Dipende dai piani nazionali: alcune forme di agroforestazione, incluso il pioppeto, possono essere ammissibili come eco‑schemi o interventi di sviluppo rurale, se rispettano i criteri previsti.
Che cosa significa condizionalità rafforzata?
È l’insieme di regole ambientali e di gestione che lega i pagamenti al rispetto di standard su suolo, prati permanenti, elementi paesaggistici e altre pratiche essenziali.
Gli eco‑schemi sono obbligatori per le aziende?
No, sono volontari per gli agricoltori. Tuttavia, possono rappresentare un’opportunità economica e ambientale per chi adotta pratiche oltre i requisiti minimi.
Cosa cambia tra PAC 2014–2020 e 2023–2027?
La nuova fase introduce piani strategici nazionali, eco‑schemi più strutturati e condizionalità aggiornata, con maggiore attenzione a clima, biodiversità e risultati misurabili.
La PAC favorisce solo le aziende grandi?
No: misure come pagamento ridistributivo, capping e sostegno ai giovani mirano a riequilibrare il sistema, pur mantenendo criteri comuni e controlli per tutti.
In sintesi operativa
- La PAC integra reddito, ambiente e coesione rurale con regole comuni.
- Pagamenti diretti ed eco‑schemi dipendono da standard e risultati verificabili.
- Lo sviluppo rurale sostiene investimenti, conoscenza e cooperazione.
- I piani strategici adattano gli interventi alle esigenze nazionali.
- Monitoraggio e valutazione orientano le correzioni nel periodo 2023–2027.
La PAC è uno strumento complesso, ma nasce con un’idea semplice: sostenere chi produce cibo e, insieme, proteggere i beni comuni. Approcci come gli eco‑schemi e la collaborazione nei territori aiutano a tradurre obiettivi generali in risultati concreti e misurabili.
Per orientarsi, conviene partire dagli obiettivi del proprio territorio e dalle opportunità del piano nazionale: leggere le schede intervento, valutare requisiti e tempistiche, confrontarsi con consulenti e reti locali. Una visione “per tappe” riduce complessità e rende la condizionalità uno stimolo al miglioramento continuo.