La fatturazione elettronica è il modo digitale, strutturato e tracciabile di emettere, inviare e conservare fatture. Sostituisce la carta con un file XML standard e un flusso controllato, migliorando tracciabilità e qualità dei dati. In Italia il canale centrale è il Sistema di Interscambio (SdI), che smista i documenti ai destinatari.

In breve: capirai cos’è la e‑fattura, come passa tramite SdI, quando è obbligatoria, quali dati includere, quali strumenti usare e come conservarla a norma. Troverai esempi, consigli pratici e i punti chiave riassunti.

Come funziona la fatturazione elettronica?

Il cuore del processo è il Sistema di Interscambio, che esegue controlli formali sul file, recapita la fattura al cliente e restituisce notifiche di esito. Il flusso non è una semplice email: è un percorso standardizzato e monitorato end‑to‑end.

La fattura nasce in un formato FatturaPA (XML strutturato), così che l’informazione sia leggibile dalle macchine e verificabile in modo uniforme.

Diagramma BPMN con corsie e flussi di lavoro per audit e fatturazione
Diagramma di processo BPMN che mostra corsie e flussi di lavoro. · Foundation for Public Code · CC0 1.0 · Audit-flow.svg

Questo riduce errori, tempi e disallineamenti contabili.

  • Preparazione dei dati. Raccogli i dati del cedente, del cliente e del documento (linee, imposte, pagamento). Un’anagrafica curata evita errori ripetitivi.
  • Generazione del file XML. Un software compila i campi del tracciato secondo lo standard. In questa fase conviene validare il documento con controlli automatici.
  • Firma digitale (se usata). Non sempre è richiesta, ma conferma integrità e provenienza. Alcune integrazioni applicano sigilli o marcature temporali.
  • Invio allo SdI. L’invio avviene tramite canali accreditati (es. protocollo dedicato o PEC). Lo SdI attribuisce un identificativo e avvia i controlli.
  • Recapito e notifiche. Se i controlli formali vanno a buon fine, la fattura viene recapitata e ricevi ricevute di consegna o di impossibilità di recapito.
  • Gestione esiti e correzioni. In caso di scarto, analizzi il motivo, correggi i dati e rinvii. Le notifiche aiutano a chiudere il ciclo rapidamente.
  • Registrazione e conservazione. Dopo l’esito, registri la fattura in contabilità e avvii la conservazione digitale a norma, distinta dall’emissione operativa.

Lo SdI riceve le fatture elettroniche, effettua controlli formali e le inoltra ai destinatari, restituendo notifiche sull’esito della trasmissione.

Agenzia delle Entrate — Guida alla fatturazione elettronica, n.d..

Quando è obbligatoria la fattura elettronica?

Oggi l’emissione elettronica è ampiamente prevista per operazioni tra imprese e verso consumatori, con esclusioni e tempistiche che possono variare per categorie e soglie. È buona pratica verificare sempre le regole vigenti e gli eventuali aggiornamenti normativi.

Punti chiave in breve

  • Il formato è XML FatturaPA definito per l'invio allo SdI.
  • Lo SdI controlla, recapita e rilascia ricevute di esito.
  • La firma digitale è consigliata; è obbligatoria solo in casi specifici.
  • La conservazione a norma è separata dall'emissione.
  • Il codice destinatario o la PEC indirizzano la fattura.
  • L'obbligo varia per soggetti e soglie, con eccezioni previste.

Quali sono i vantaggi e i limiti?

La e‑fattura porta benefici misurabili. Diminuiscono gli errori di inserimento e i tempi di riconciliazione, mentre aumenta la visibilità sul ciclo attivo e passivo. I dati, essendo strutturati, si prestano a automazioni e analisi.

Tra i vantaggi: maggiore qualità dei dati, tracciabilità degli esiti, riduzione della carta e più facilità di integrazione tra sistemi. Tra i limiti: una curva di apprendimento iniziale, l’esigenza di governare le anagrafiche e di coordinare processi e ruoli interni.

  • Efficienza operativa. La standardizzazione elimina passaggi manuali e velocizza registrazioni contabili. Gli audit risultano più semplici grazie a esiti e identificativi tracciati.
  • Riduzione degli errori. Controlli automatici intercettano incongruenze formali prima del recapito. Il ritorno dei motivi di scarto accelera la correzione.
  • Automazione e integrazione. I dati strutturati facilitano import e riconciliazione in ERP e gestionali. I report diventano più affidabili.
  • Governance e change management. Servono regole chiare su chi emette, verifica e conserva. La collaborazione tra amministrazione, IT e fornitori è essenziale.
  • Continuità operativa. È utile prevedere fallback per i canali di invio e monitoraggio degli esiti, così da gestire picchi, manutenzioni o errori temporanei.

Quali dati servono per l’emissione?

Una fattura completa e corretta nasce da informazioni anagrafiche e fiscali precise. Curare la qualità dei dati riduce scarti e ritardi, migliorando l’esperienza del cliente.

Illustrazione di fattura in stile flat con sezioni e campi chiave
Immagine illustrativa che mostra una fattura stilizzata con campi principali. · Mohamed_hassan · Pixabay Content License · Invoice, Notice, Payment

Dati del cedente/prestatore

Ragione sociale, indirizzo, partita IVA o codice fiscale, regime fiscale e riferimenti di contatto. Se presenti, includi eventuali sedi secondarie e punti di contatto operativi.

Dati del cessionario/committente

Partita IVA o codice fiscale del cliente, denominazione e indirizzo. Il codice destinatario o la PEC indirizzano correttamente il recapito tramite SdI.

Dati del documento e pagamento

Numero e data, descrizioni di riga, quantità, aliquote e imposte, condizioni e scadenze di pagamento. Campi come causali, riferimenti ordine o DDT aiutano a riconciliare più rapidamente.

Buone pratiche sui contenuti

  • Usa descrizioni di riga chiare e coerenti, evitando abbreviazioni ambigue. Aiuta chi riceve a capire subito cosa stai fatturando.
  • Controlla le aliquote e le nature IVA ricorrenti. Imposta template o liste di scelta per ridurre errori ripetitivi.
  • Compila riferimenti a ordini o contratti. Queste chiavi accelerano la riconciliazione con il gestionale del cliente.

Quali strumenti posso usare?

Non esiste un’unica soluzione: puoi adottare portali gratuiti, software gestionali, servizi cloud e integrazioni dirette. La scelta dipende da volumi, processi e sistemi già in uso.

  • Portale web istituzionale. Utile per volumi ridotti e per muovere i primi passi. Offre funzioni essenziali di compilazione e invio.
  • Software gestionale. Integra emissione, registrazione e reporting in un unico ambiente. È ideale se cerchi automazioni e coerenza con il piano dei conti.
  • Servizi cloud specializzati. Scalano con i volumi, offrono API, monitoraggio e funzioni avanzate. Attenzione a ruoli, permessi e audit trail.
  • Integrazione via API. Per scenari con alto volume e processi complessi. Richiede coordinamento tecnico, ma massimizza l’automazione end‑to‑end.
  • App mobile. Comoda per professionisti in mobilità. Verifica che supporti funzioni chiave e sincronizzazione affidabile.

Qualunque opzione tu scelga, cura monitoraggi e log: le notifiche di esito sono il termometro della salute del processo, e aiutano a intervenire tempestivamente.

Come conservare le fatture in modo conforme?

La conservazione digitale garantisce integrità, autenticità e reperibilità nel tempo. È distinta dall’emissione: si basa su pacchetti, metadati e piani di conservazione gestiti, a volte con soggetti conservatori qualificati.

In Italia, i documenti fiscali si conservano per un periodo prolungato, spesso decennale, secondo regole tecniche e procedure specifiche; è opportuno verificare gli obblighi applicabili prima di impostare il processo. La conservazione sostitutiva impiega firme, marche temporali e controlli per mantenere il valore probatorio nel tempo.

Seleziona ruoli e responsabilità (chi avvia, chi verifica, chi certifica i pacchetti), definisci la struttura dei metadati e stabilisci la periodicità dei versamenti in conservazione. Prevedi test di recupero e controlli periodici.

Domande frequenti

Cos’è lo SdI e a cosa serve?

Il Sistema di Interscambio è il nodo che riceve, controlla e inoltra le fatture elettroniche ai destinatari, restituendo notifiche di esito. Non archivia a lungo termine: serve per il transito e i controlli.

Che differenza c’è tra codice destinatario e PEC?

Entrambi instradano la fattura: il codice destinatario è un identificativo del canale accreditato, la PEC è la posta certificata. Il mittente usa quello fornito dal cliente per il recapito via SdI.

Posso emettere una nota di credito elettronica?

Sì. Si compila un documento elettronico con causale di storno/variazione e lo si invia tramite SdI come una normale fattura, mantenendo il flusso di controlli e notifiche.

Come si fattura a un cliente estero?

Si emette la fattura elettronica seguendo le regole vigenti, usando codici e indicazioni previsti per i casi transfrontalieri. È bene verificare le istruzioni ufficiali per i dettagli applicabili.

Serve la firma digitale sulla fattura?

La firma digitale può essere prevista in determinati casi o flussi. In generale, è utile per garantire integrità e autenticità, ma non è sempre richiesta per tutte le fatture elettroniche.

Per quanto tempo devo conservare le fatture?

Le tempistiche di conservazione sono stabilite da norme civilistiche e fiscali. In Italia spesso si fa riferimento a un orizzonte decennale; verifica sempre aggiornamenti e istruzioni ufficiali.

In sintesi operativa

  • Capisci il ruolo dello SdI e i suoi esiti.
  • Prepara anagrafiche e dati con qualità.
  • Usa strumenti adatti a volumi e processi.
  • Monitora scarti e correggi rapidamente.
  • Separa emissione e conservazione a norma.

La fatturazione elettronica funziona bene quando dati, strumenti e persone lavorano in modo coordinato. Investire tempo in anagrafiche, template e controlli riduce scarti, migliora i tempi di incasso e offre dati affidabili per le decisioni.

Per casi specifici, consulta sempre le fonti ufficiali e valuta l’assistenza di professionisti qualificati. Impostare processi chiari oggi ti farà risparmiare tempo domani e renderà l’organizzazione più resiliente e trasparente.

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