Nato nel 1958 in Stiria, Schwab ha trascorso la sua vita tra la sua città natale e Vienna, dove ha studiato giurisprudenza prima di dedicarsi alla scrittura. Esordisce come drammaturgo nel 1987 con il suo spettacolo di debutto “Il morbillo”, che gli vale subito l’attenzione della critica e del pubblico.
Il suo stile si caratterizza per l’utilizzo di un linguaggio volgare e crudo, una sorta di realismo esasperato, che scava fino alle viscere dei personaggi e delle situazioni, mettendo in evidenza la brutalità e la meschinità della vita quotidiana. Il suo teatro è irregolare e anarchico, ma sempre coraggioso e provocatorio, capace di scuotere le coscienze degli spettatori e di lasciare un segno indelebile nella memoria.
Nel 1992 Schwab giunge all’apice della sua carriera con il dramma “Il re della carne”, opera teatrale che affronta il tema della mascolinità nella società contemporanea con toni crudi e violenti. Lo spettacolo rappresenta un vero e proprio shock per il pubblico dell’epoca, che rimane sconvolto dalle scene di violenza e crudeltà.
Ma Schwab non si ferma qui e continua a scrivere, producendo altre opere teatrali di grande successo come “Suicidio” e “Pogrom”. Nel 1994, tuttavia, la sua carriera subisce una battuta d’arresto a causa dei problemi di salute che lo affliggono. Schwab muore infatti prematuramente nel 1994 a causa di una malattia al fegato, ma la sua eredità artistica rimane viva nei suoi spettacoli e nelle sue opere.
Il suo teatro rappresenta una sfrontata denuncia della società contemporanea, in cui la violenza e la meschinità si fanno spesso strada. Con il suo stile provocatorio e crudo, Schwab mette in scena l’umanità nella sua essenza più nera e primitiva, evidenziandone la fragilità e la brutalità. Il suo teatro è caratterizzato dallo smascheramento delle ipocrisie e delle false apparenze della società, in cui la superficialità e il cinismo hanno la meglio sulla verità e sulle emozioni.
In definitiva, Werner Schwab rappresenta un autore unico nel panorama teatrale austriaco e internazionale, capace di esplorare i limiti dell’umano attraverso un linguaggio stravagante e provocatorio che segna decisamente l’evoluzione del teatro contemporaneo. La sua eredità artistica rimane ancora oggi una fonte di ispirazione per molti drammaturghi e registi, che continuano ad apprezzare il suo coraggio e la sua audacia nel denunciare i difetti della società contemporanea e dell’essere umano in generale.