Il nome “Sfinge” deriva dalla parola greca “sfingo” che significa “soffocare”. Questo nome si riferisce alla famosa sfida che la Sfinge pose a Edipo, il leggendario re di Tebe, che doveva decifrare un enigma per salvarsi la vita. L’enigma era il seguente: “Qual è l’essere che cammina a quattro zampe alla mattina, a due a mezzogiorno e a tre alla sera?”.
Edipo, dopo aver pensato a lungo, rispose che l’essere in questione era l’uomo, che da neonato gattona a quattro zampe, da adulto cammina a due e da anziano utilizza un bastone, quindi a tre zampe. La risposta fu molto astuta e la Sfinge, sconfitta, si lanciò da un dirupo uccidendosi.
La leggenda della Sfinge diventa ancora più intrigante se si considera il fatto che era rappresentata nei templi come un simbolo della conoscenza e della saggezza. Il suo aspetto era quello di un’entità che possedeva la conoscenza più profonda e segreta dell’universo.
Questa creatura mitologica è stata rappresentata anche in numerose opere d’arte in epoche successive. Il poeta francese Jean Cocteau, per esempio, la rappresentò nel suo celebre film del 1960 intitolato “La Belle et la Bête” (La Bella e la Bestia), come una bella e misteriosa donna dalla testa di leone.
Inoltre, la figura della Sfinge è diventata un simbolo universale dell’ignoto e del mistero che circonda l’esistenza umana. La Sfinge, infatti, rappresenta quel lato oscuro dell’animo umano che nasconde in sé i desideri più profondi e segreti.
In conclusione, la figura della Sfinge è una rappresentazione complessa e multiforme, che spazia dal mondo della mitologia antica a quello dell’arte moderna. Questo mostro mitologico è un simbolo dell’eterna lotta tra la conoscenza e l’ignoto, che ancora oggi ci interroga e ci affascina.