I ricordi dell’oliveto passato sono tesori preziosi che mi accompagnano da sempre. Fin da bambina, ho trascorso le mie estati in quel piccolo angolo di paradiso, circondato dai meravigliosi ulivi.

L’oliveto era situato in una collina della campagna toscana, un luogo che sembrava sospeso nel tempo. Era un vero e proprio abbraccio con la natura, dove l’aria era impregnata dell’inconfondibile profumo delle olive mature. Non c’era nulla di più rilassante che passeggiare tra quegli alberi centenari, ammirando la vista mozzafiato sulla valle circostante.

Ricordo ancora il suono delle cicale che scandivano il tempo e il caldo sole estivo che accarezzava leggermente la mia pelle. Il suolo, ricoperto di pietre e terra rossa, era la dimora delle radici profonde degli ulivi, che sembravano immergersi nella terra come mani rugose. Le foglie d’argento delle piante danzavano leggermente con il vento, creando un’armonia magica.

Le giornate trascorrevano tranquille e solo il rumore dei rami che oscillavano al ritmo delle brezze dell’estate riusciva a spezzare quella dolce quiete. Mio nonno, l’artefice di quell’oliveto, si occupava con passione delle piante, curandole con amore e dedizione. Ogni giorno, lo osservavo mentre effettuava il delicato processo della raccolta delle olive, e poi li accompagnavo durante la spremitura per ottenere l’olio.

Quella fase era per me la più affascinante, poiché i suoni e gli odori si mescolavano in un vortice che ancora oggi mi fa sognare. Le olive venivano posto in tradizionali ceste di vimini, mentre mio nonno utilizzava un bastone per scuoterle dai rami. Il loro cadere sulle telai di legno faceva un rumore secco, accompagnato dal fruscio dei rami che si muovevano. Un suono che sembrava riempire tutto lo spazio intorno a noi.

Dopo la raccolta, arrivava il momento della spremitura. La macina in pietra, tradizionalmente utilizzata, si muoveva lentamente, schiacciando le olive estraendo il loro prezioso succo. Il profumo intenso che si diffondeva nell’aria era un vero e proprio tripudio per i sensi.

Negli anni, ho imparato che ogni oliva aveva un sapore unico, in grado di regalare all’olio differenti sfumature gustative. Mio nonno era un grande conoscitore di questa arte e riusciva ad ottenere un olio eccezionale, che colorava di giallo dorato ogni piatto cucinato in famiglia.

Oggi, quando chiudo gli occhi, posso ancora sentire le emozioni che quell’oliveto speciale mi regalava. Il contatto con la natura, la magia di quell’atmosfera, fatta di suoni e profumi unici, riescono a trasportarmi indietro nel tempo.

Mi mancano i giorni in cui mi perdevo tra gli alberi, respirando quell’aria pura, immersa in un dolce silenzio rotto solo dai suoni della campagna. Quei ricordi dell’oliveto passato rappresentano una parte importantissima della mia vita e mi nutrono di una bellezza che difficilmente potrò dimenticare.

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