Per Francesco, infatti, gli elementi naturali non erano semplici oggetti inanimati, ma esseri con cui intrattenere un rapporto profondo e fraterno. Per esempio, il sole era il fratello che donava il calore e la luce, mentre la luna era la sorella che portava la freschezza e la quiete della notte. La terra era la madre che dava vita e nutrimento, mentre l’acqua era la sorella purificatrice.
Ma come mai Francesco arrivò a considerare gli elementi naturali in questo modo così particolare? La risposta si può individuare nella sua esperienza spirituale e nella sua sensibilità nei confronti della natura.
Già da giovane, Francesco era impressionato dalla bellezza della creazione e dalla maestosità di tutto ciò che lo circondava. Tuttavia, la sua visione del mondo andava oltre l’apparenza esterna delle cose: egli vedeva nella natura un’espressione della presenza di Dio e un invito a contemplare la sua grandezza.
Inoltre, Francesco aveva vissuto in prima persona la drammaticità della guerra e della violenza, e aveva sperimentato la povertà e la sofferenza. Questa sua esperienza lo portò a considerare la fraternità come un valore essenziale, che doveva essere esteso non solo alla comunità umana, ma anche a tutti gli esseri viventi.
In questo senso, la fraternità con gli elementi naturali diventava un modo per esprimere la propria devozione verso Dio e il desiderio di pace e armonia tra tutti gli esseri viventi. Questa visione del mondo si rivelò molto importante per Francesco, che arrivò a definire gli elementi naturali come “fratelli e sorelle” anche nelle sue preghiere e nei suoi scritti.
In particolare, la Cantico delle Creature è una delle testimonianze più significative della sua visione del mondo. In questo testo, Francesco esprime la sua gratitudine per tutte le creature che popolano la terra, dalle più grandi alle più piccole, dai più nobili ai più umili. E conclude affermando che tutto ciò che esiste è opera di Dio e merita di essere venerato:
“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente poi skampare: guai a quelli, che morrano ne le peccata mortali; beati quelli, che trouarà ne le tue sanctissime uoluntati, ca la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ signore, et rengratiate e seruiteli cum grande humilitate.”
In sintesi, la scelta di Francesco di chiamare fratello e sorella gli elementi naturali nasce dalla sua profonda sensibilità verso la creazione e dalla sua esperienza di guerra e povertà. Per Francesco, gli elementi naturali rappresentavano un invito a contemplare la grandezza dell’amore di Dio e a instaurare una relazione fraterna con tutto ciò che esiste. Questa visione del mondo ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità verso la natura e a cercare un rapporto più equilibrato e rispettoso con il mondo che ci circonda.