Dopo gli studi al Liceo Classico Visconti di Roma e la laurea in Lettere e Filosofia, Torre si è dedicato alla scrittura per il cinema, diventando uno degli sceneggiatori più apprezzati del panorama italiano. Tra i suoi film più famosi, “Due partite” (2009), “Non pensarci” (2007) e “Fine pena mai” (2008), che gli hanno valso numerosi premi e riconoscimenti.
Ma Torre è stato anche un autore televisivo grandioso, scrivendo per programmi cult come “Boris” (2007-2010) e “Montalbano” (1999-oggi). Nel 2016 è stato il creatore di “1993”, la serie televisiva che racconta la storia della Tangentopoli e del Partito Democratico della Sinistra, che ha ottenuto un grandissimo successo di pubblico e critica.
Negli ultimi anni Torre si è dedicato anche al teatro, scrivendo spettacoli come “Schegge di Me” e “Oasi”, che hanno ricevuto l’apprezzamento della critica e del pubblico.
Tuttavia, il grande talento di Mattia Torre è stato interrotto nel 2019, quando è scomparso a soli 49 anni a causa di un infarto. La sua figura è stata riconosciuta come una delle più importanti nel panorama della cultura italiana degli ultimi anni, con numerosi omaggi e ricordi da parte di colleghi e amici.
Il personaggio di Torre è stato sempre molto apprezzato, tant’è che il pubblico ha deciso di ricordarlo attraverso una raccolta di scritti in “Sicario della luce”, pubblicato nel 2020 dalla casa editrice Mondadori.
Nella prefazione del libro, lo scrittore e regista Claudio Caligari ha descritto Torre come una figura unica e irripetibile nella cultura contemporanea, capace di unire un’acutezza intellettuale a una sensibilità umana profonda.
Mattia Torre rimane così un artista fondamentale per la cultura italiana contemporanea, capace di raccontare con forza e sensibilità la società e le sue contraddizioni. La sua figura è stata e sarà sempre ricordata come una delle più grandi ispirazioni per una nuova generazione di scrittori e artisti, che avranno modo di apprezzare la sua straordinaria creatività e la sua grande capacità di empatia.