Il film narra la storia di Donato (interpretato da Favino), un insegnante di lettere che alla fine degli anni ’80 viene trasferito in una scuola cattolica del nord Italia. Qui, l’uomo si trova a confrontarsi con un ambiente scolastico molto severo e conservatore, caratterizzato da rigidi dogmi religiosi e da una pesante gabbia morale.
Subito, Donato appare come un uomo che non riesce ad inserirsi nel contesto scolastico che lo circonda, lottando con se stesso, con i colleghi e con gli alunni per trovare un proprio spazio all’interno della struttura. Ma la sua sfida vera e propria è quella di dover gestire l’omosessualità della sua fidanzata, libertaria e indipendente, in un ambiente che ovviamente la condanna.
La pellicola affronta temi delicati come l’intolleranza e la chiesa, in un’epoca in cui l’omosessualità e la liberazione sessuale incominciavano a prendere campo. Attraverso la figura di Donato, il film ci porta a riflettere sulle difficoltà che ogni individuo può affrontare a livello personale, intimo e sociale, nell’aderire alle regole imposte dalla società e dalla religione.
Il film è un’opera che dimostra una grande sensibilità, eleganza e profondità, affidando alla recitazione degli attori la maggior parte del peso emotivo della storia. La bravura dei tre interpreti è straordinaria: la Ronchi riesce a fare emergere la forza e la determinazione del personaggio, il Favino è intensamente emotivo e spesso commovente, mentre Battiston regala al pubblico una performance di alto livello.
La scuola cattolica dimostra la capacità di Stefano Mordini, giovane regista italiano, di trattare temi complessi con equilibrio e delicatezza, senza mai cadere nel banale o nel retorico. Il ritmo sostenuto del film dà al pubblico la possibilità di cogliere ogni singolo evento e pensiero dei protagonisti, senza lasciare spazio a momenti di noia o distrazione.
In conclusione, La scuola cattolica è un film che esplora le difficoltà dell’animo umano in un’epoca oscura e difficile, dove le convenzioni sociali e religiose imponevano un rigido conformismo alla vita degli individui. La pellicola, attraverso la recitazione intensa e appassionata dei suoi protagonisti, riesce a farci riflettere sul fatto che l’essere umano ha bisogno di una dimensione autentica e profonda, che lo permetta di esprimersi e di vivere in piena libertà e felicità.