La ragione principale di questo conflitto risale agli anni ’90, quando il governo serbo ha modificato lo status autonomo del Kosovo, che storicamente era abitato da una maggioranza di albanesi etnici. Gli albanesi kosovari desideravano l’indipendenza dall’ex Jugoslavia e la creazione di uno stato indipendente.
Le tensioni tra serbi e albanesi sono aumentate negli anni ’90, culminando in episodi di violenza e repressione da parte delle forze di sicurezza serbe. Nel 1998, l’UCK ha lanciato una serie di attacchi contro le forze di sicurezza serbe, portando alla repressione violenta da parte delle autorità e alle rappresaglie contro la popolazione civile albanese.
L’intensificazione del conflitto ha portato numerose violazioni dei diritti umani nel Kosovo, con gravi abusi da entrambe le parti in conflitto. Sono state documentate uccisioni di civili, attacchi indiscriminati, deportazioni e stermini di massa. Le forze di sicurezza serbe sono state accusate anche di violenze sessuali e di distruzione dei villaggi albanesi.
La comunità internazionale ha giocato un ruolo fondamentale nel tentativo di risolvere il conflitto. L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha reso disponibili osservatori per monitorare il conflitto e ha tentato di facilitare una soluzione diplomatica. Tuttavia, i colloqui di pace fallirono e la NATO intervenne in seguito all’escalation della violenza.
Il 24 marzo 1999, la NATO ha avviato un massiccio bombardamento aereo sulla Serbia, con l’obiettivo di fermare la repressione contro gli albanesi kosovari. I bombardamenti hanno colpito infrastrutture militari e civili serbe, causando anche vittime civili. Il conflitto ha portato anche a un esodo di massa degli albanesi kosovari, che sono stati costretti a fuggire dalla repressione serba.
Dopo oltre due mesi di bombardamenti, la NATO e il governo serbo hanno raggiunto un accordo di pace nel giugno 1999. L’accordo prevedeva il ritiro delle forze di sicurezza serbe dal Kosovo e l’ingresso delle forze di pace delle Nazioni Unite (MINUK) per stabilizzare la regione e agevolare il processo di autogoverno per il Kosovo.
La fine del conflitto non ha risolto completamente la questione del Kosovo, che ha unilateralmente la propria indipendenza nel 2008. La Serbia non ha riconosciuto tale dichiarazione e il futuro del Kosovo rimane oggetto di continue tensioni e negoziati.
La guerra del Kosovo ha avuto un impatto significativo sulla popolazione della regione, con migliaia di morti e un’ampia distruzione. È stato un conflitto estremamente complesso e controverso, in cui entrambe le parti hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani. La comunità internazionale ha cercato di porre fine a questo conflitto, ma è evidente che le radici dei problemi del Kosovo sono ancora presenti, rendendo necessaria una soluzione politica duratura.