Il delitto di Avetrana è uno dei casi più controversi della storia recente italiana. Il 26 novembre 2006, nella piccola città di Avetrana, in provincia di Taranto, una terribile tragedia sconvolse l’intera comunità. La vittima era una bambina di 11 anni, Sarah Scazzi.
Sarah era l’ultima di tre figli di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, due famiglie che vivevano nello stesso complesso di case. La bambina scomparve nel pomeriggio del 26 novembre mentre si recava a casa sua dopo la scuola. I genitori subito allarmati, si misero alla ricerca di Sarah ma senza alcun risultato. Le ore passavano e la speranza di ritrovare la piccola viva svaniva.
Il 26 febbraio 2011, dopo quattro anni di indagini ed esami della scena del crimine, vennero a galla prove che incriminarono Sabrina Misseri, la cugina di Sarah. Le indagini rivelarono che Sabrina aveva ucciso la cugina per gelosia, in quanto si era convinta che la bimba fosse il frutto di una relazione extraconiugale del padre con la madre di Sarah. L’omicidio era stato commesso nella stanza della ragazza, e il cadavere era stato nascosto nella cantina dell’abitazione di Sabrina.
Il processo che seguì lo sconvolgente ritrovamento del corpo di Sarah fu uno dei più seguiti e mediatici degli ultimi anni in Italia. Sabrina Misseri negò ripetutamente di avere commesso l’omicidio, sostenendo di essere stata costretta dalla polizia a confessare. Le prove, tuttavia, sembravano schiaccianti: tracce di DNA di Sabrina furono rinvenute sulla scena del delitto e degli sms compromettenti vennero ripescati dai cellulari della ragazza e della madre.
Sabrina Misseri fu condannata in primo grado a 25 anni di reclusione per omicidio premeditato, ma la sentenza venne successivamente ribaltata in appello. Nel 2014, la Suprema Corte di Cassazione annullò la sentenza di appello e ordinò un nuovo processo per Sabrina Misseri. Nel 2016, la Corte d’Assise di Lecce confermò la condanna a 18 anni di reclusione, sentenza che diventò definitiva.
Questo caso ha destato un’enorme attenzione mediatica in Italia, sollevando interrogativi sulla credibilità delle prove e sulla correttezza delle indagini. Alcuni esperti legali e opinionisti hanno messo in discussione la veridicità delle confessioni di Sabrina Misseri, sostenendo che queste potrebbero essere state ottenute mediante pressioni psicologiche o coercizioni da parte delle forze dell’ordine.
Nel frattempo, la famiglia Scazzi ha dato vita alla Fondazione Sarah Scazzi, un’organizzazione no-profit che si occupa di offrire supporto e aiuto ai familiari delle vittime di reati. La madre di Sarah, Concetta Serrano, ha continuato a lottare per ottenere giustizia per sua figlia, sostenendo l’innocenza di Sabrina Misseri.
Il delitto di Avetrana ha inevitabilmente segnato profondamente la comunità di Avetrana, lasciando un segno indelebile nella storia di questa cittadina. La vicenda rappresenta un dramma umano e giuridico di portata nazionale, mettendo in luce le fragilità del sistema giudiziario italiano e la complessità delle indagini criminali.
Nonostante il verdetto, molti aspetti di questo caso rimarranno sempre avvolti dal mistero e dalla controversia, lasciando molte domande senza risposta. Il delitto di Avetrana continuerà ad essere oggetto di dibattiti e riflessioni per molto tempo a venire.