Falcone nasce a Palermo il 18 maggio del 1939 da una famiglia di contadini. A soli 23 anni, diventa procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo, dove ha modo di confrontarsi con le prime apparizioni della mafia negli anni ’60. In seguito, viene trasferito a Trapani, dove avvia un’attività giudiziaria intorno alla criminalità organizzata.
Nel 1980, Falcone si unisce agli agenti di polizia italo-americani nella lotta contro la mafia in America. Ciò gli ha permesso di acquisire una vasta conoscenza sulla struttura e sul funzionamento di Cosa Nostra, la mafia siciliana. Dopo questa esperienza, è stato trasferito alla Procura di Palermo, dove inizia a raccogliere le prove per il primo maxi processo sulla mafia.
Questo processo, meglio noto come il processo di Palermo, inizia nel febbraio del 1986 e vede alla sbarra oltre 400 imputati, tra cui boss e membri di famiglie mafiose. Falcone e il suo team della Procura confermano l’esistenza della mafia come un’organizzazione criminale, con il potere di proteggere i propri interessi attraverso l’intimidazione, l’estorsione, l’omertà e l’uccisione.
Il lavoro di Falcone sulla lotta alla mafia nel maxi processo di Palermo non è stato facile. Nel corso di questo processo, Falcone riceve minacce di morte e viene costretto a vivere sotto protezione. Nel 1992, però, la mafia decide di porre fine alla vita di Falcone e della sua scorta, uccidendoli con un’esplosione lungo l’autostrada A29, vicino all’aeroporto di Palermo. La morte di Falcone provoca un’indignazione