Gian Giacomo Cavalli è stato uno dei primi architetti a introdurre l’approccio “design thinking” nell’ambito dell’architettura. La sua visione innovativa ha rivoluzionato il modo in cui gli architetti lavorano e ha avuto un impatto significativo sulla progettazione degli spazi urbani.
Nato a Milano nel 1929, Cavalli ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove ha sviluppato un’abilità senza pari nello schizzo di idee e nel disegno a mano libera. Ha trascorso gran parte della sua vita professionale nelle attività di progettazione e consulenza, lavorando su molti edifici iconici in Italia.
Il lavoro di Cavalli è stato celebrato nella community architettonica per la sua sensibilità al contesto e al territorio, nonché per l’uso dei materiali naturali e delle tecniche tradizionali di costruzione. Il suo focus sull’architettura sostenibile lo ha reso un pioniere nel campo della green economy.
Cavalli ha iniziato la sua carriera come architetto nel 1954, lavorando insieme a Ernesto Nathan Rogers nel Gruppo 7. Questo primo importante lavoro di collaborazione ha avuto un ruolo fondamentale nella definizione delle linee guida dell’architettura organica in Italia.
Nel corso degli anni ’60 e ’70, Cavalli ha lavorato su progetti di ricostruzione e sviluppo urbano a Milano. Tra questi progetti, si possono citare il distretto della moda di Via Montenapoleone, il complesso residenziale San Donato a Milano e la Galleria Commerciale di Milano Centrale.
Negli anni ’80 e ’90, Cavalli si è impegnato nella progettazione di edifici pubblici e residenziali innovativi, tra cui la Torre Velasca, il Palazzo della Regione Lombardia e il Centro Congressi “Le Nuvole” a Firenze.
La passione di Cavalli per l’architettura ha influenzato la sua vita personale e le sue scelte. Si è sposato con Anna Castelli Ferrieri, fondatrice di Kartell e nota designer italiana, nel 1969. Insieme hanno collaborato alla creazione di alcuni dei pezzi di design più famosi del mondo.
Cavalli ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel corso della sua carriera, tra cui il premio Piranesi nel 1991, il Premio Nazionale di Architettura nel 1994 e il Premio Europeo per l’Architettura nel 1997.
Cavalli si è spento nel 2016, ma il suo impatto sull’architettura italiana e mondiale rimane ancora oggi evidente. La sua visione innovativa e il suo contributo alla sostenibilità sono stati pionieristici e costituiscono ancora oggi uno stimolo per tutte le nuove generazioni di architetti.
Il lavoro di Cavalli testimonia la passione, l’impegno e l’amore per l’architettura. Egli ha trascorso la maggior parte della sua vita a lavorare per diventare il miglior architetto che potesse essere, innovando sempre e cercando sempre nuove opportunità per rendere migliore il mondo attraverso la costruzione di edifici e ambienti urbani. La sua eredità è un’ispirazione per tutti coloro che credono nell’importanza della progettazione di spazi adatti alle esigenze dell’uomo e dell’ambiente.