Maniero è entrato nel mondo della criminalità giovanissimo, a soli quindici anni. La sua attività criminale è iniziata con piccoli furti e rapine, per poi evolversi in un’organizzazione criminale che ha terrorizzato il Nord Italia tra gli anni ’70 e ’90.
La sua banda, nota come “la Mala del Brenta”, ha commesso una serie di crimini che hanno scosso l’opinione pubblica italiana. Tra i reati commessi dalla sua banda si ricordano: omicidi, sequestri di persona, estorsioni, traffico di droga e di armi.
Il nome “la Mala del Brenta” deriva dal fiume che attraversa la zona del Veneto dove la banda agiva, in particolare nei comuni di Padova, Vicenza e Treviso.
Felice Maniero è stato considerato il capo indiscusso della banda, che ha raggiunto il suo apice negli anni ’80. La sua personalità carismatica e la sua abilità nel manipolare le persone gli hanno permesso di controllare un vasto territorio e di instaurare un sistema di potere basato sulla paura e sulla violenza.
Tra i reati commessi dalla banda, uno dei più noti è stato il rapimento del manager della Fiat, Oberdan Sallustro, avvenuto nel 1981, che provocò un grande clamore mediatico e sociale. Sallustro venne liberato solo dopo il pagamento di un riscatto di cinque miliardi di lire.
Nel 1994, Felice Maniero venne arrestato in Brasile e estradato in Italia, dove venne condannato a 25 anni di reclusione. Durante il suo processo, Maniero ammise apertamente di essere stato il leader della Mala del Brenta e di aver commesso numerosi reati.
Ma Felice Maniero non fu solo un criminale violento e spietato. Dopo essere stato arrestato e condannato, decise di collaborare con la giustizia italiana, fornendo informazioni su altri membri della sua banda e contribuendo così a smantellare altre organizzazioni criminali.
Questa sua scelta di collaborare con la giustizia gli permise di ottenere uno sconto di pena e di uscire dal carcere dopo appena 16 anni. Da quel momento in poi, Felice Maniero ha deciso di vedere la sua vita in modo diverso.
Oggi Maniero ha 67 anni e vive in una villa in Veneto. Ha lasciato definitivamente la criminalità e si dedica agli affari legali. Inoltre, lo scorso anno ha deciso di pubblicare un libro autobiografico dal titolo “Povero Cristo”, in cui racconta la sua storia e le sue scelte di vita.
Felice Maniero è stato un criminale che ha segnato un’epoca nella storia del nostro paese, ma la sua scelta di collaborare con la giustizia dimostra che anche nell’ambito della criminalità è possibile fare scelte diverse e riscattarsi. La sua storia ci insegna che nonostante gli errori commessi, ogni persona merita una seconda possibilità.