Eugenio Sicomoro è una figura molto importante nell’ambito della cultura italiana. È stato un grande poeta, scrittore e critico, ed è considerato uno dei massimi esponenti del movimento ermetico.

Nato a Napoli il 10 giugno 1922, Sicomoro ha fatto la propria formazione presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dove ha studiato filosofia e letteratura. Nel 1944 si è trasferito a Roma, dove ha stretto amicizia con altri scrittori e intellettuali, tra cui Pier Paolo Pasolini e Umberto Saba.

Il suo primo libro di poesie, intitolato “Ricercare”, è stato pubblicato nel 1945, ma è con la pubblicazione di “La ballata del vecchio marinaio” (1953) che Sicomoro ha ottenuto il successo e la consacrazione come poeta. Quest’opera è ispirata all’omonimo poema di Samuel Taylor Coleridge, ma riprende anche temi e motivi propri dell’ermetismo italiano, come la ricerca della perfezione formale e il desiderio di esprimere il mistero dell’esistenza attraverso la parola.

Nel corso della sua lunga carriera, Sicomoro ha pubblicato numerosi altri libri di poesie, tra cui “Guasti alla meraviglia” (1958), “Le ore metalliche” (1963) e “La rosa del tempo” (1992), ma si è dedicato anche alla narrativa e alla critica letteraria. Tra i suoi libri più importanti, possiamo citare “Il tempo sostantivo” (1968), una raccolta di saggi sulla letteratura moderna e contemporanea, e “L’altro Novecento” (1978), che ripercorre la storia della poesia italiana del Novecento.

Nel corso della sua vita, Sicomoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi, tra cui il Premio Viareggio per la poesia nel 1963 e il Premio Campiello per la narrativa nel 1975. Ma l’eredità più importante che ha lasciato è la sua opera poetica, che ha segnato profondamente la letteratura italiana del secondo Novecento e che continua a influenzare le nuove generazioni di poeti.

La poesia di Sicomoro si caratterizza per la sua ricerca stilistica e formale, che ha portato il poeta a coniugare l’uso di un linguaggio preciso e raffinato con un forte senso del ritmo e della musicalità. Ma le sue poesie non sono soltanto esercizi di tecnica, bensì tentativi di dare voce all’esperienza umana nel suo complesso, di esplorare la vastità e il mistero dell’esistenza attraverso la parola poetica.

Eugenio Sicomoro è morto il 18 dicembre 2010 all’età di 88 anni, lasciando un vuoto incolmabile nella cultura italiana. Ma la sua opera continua a vivere, a ispirare e a nutrire nuove generazioni di lettori e di poeti, e ci ricorda che la poesia è una forma d’arte capace di penetrare l’anima umana e di restituirci la bellezza e il senso dell’esistenza.

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