Nel 1935 si unì alla Banca Commerciale Italiana, dove divenne il braccio destro di Giuseppe Toeplitz. Toeplitz, che era stato il contabile di Mussolini, era diventato uno dei banchieri più potenti d’Italia. Cuccia imparò molto da Toeplitz, in particolare la sua capacità di tessere intrighi con la politica e di usare il denaro per influenzare la società.
Nel 1944 Toeplitz morì e Cuccia ne prese il posto come presidente della Banca Commerciale Italiana. Cuccia era un banchiere molto pragmatico e aveva una particolare attenzione per il rischio. Non era interessato a fare investimenti azzardati o a cercare di diventare ricco in fretta. Preferiva concentrarsi su investimenti sicuri e sul mantenimento delle relazioni con la politica.
Durante i primi anni cinquanta, la Banca Commerciale Italiana divenne una delle più grandi istituzioni finanziarie in Italia. Cuccia era riuscito a creare una vasta rete di relazioni che gli permise di ottenere finanziamenti dalle istituzioni pubbliche e dalle grandi aziende private. La Banca Commerciale Italiana divenne così un punto di riferimento per la finanza italiana e un vero e proprio gigante dell’economia del paese.
Una delle caratteristiche più significative della strategia di Cuccia era la sua lungimiranza. Era sempre stato molto attento al mondo esterno e alle tendenze economiche globali. Era consapevole che l’Italia avrebbe dovuto modernizzarsi rapidamente se voleva mantenere il passo con le altre economie sviluppate. Questa consapevolezza si trasformò in una serie di investimenti in settori strategici come l’industria automobilistica, la siderurgia e l’energia.
Ma la vera forza di Cuccia non era solo la sua abilità finanziaria, ma anche la sua conoscenza della politica. Cuccia era molto vicino ai politici di entrambi gli schieramenti e sfruttava queste relazioni per ottenere favori e finanziamenti pubblici. La sua influenza era tanto grande che molte aziende in Italia facevano ricorso alla Banca Commerciale Italiana per ottenere contratti con lo Stato italiano.
Ma il vero punto di svolta per Cuccia arriva negli anni settanta. In quegli anni la Banca Commerciale Italiana avviò una serie di acquisizioni che portarono la banca a diventare un colosso internazionale. La Banca Commerciale Italiana acquistò il controllo di molte banche europee e americane, come la francese Paribas e la statunitense First National Bank of Chicago.
Negli anni ottanta, l’espansione della Banca Commerciale Italiana continuò con l’acquisizione della Banca Akros, una piccola banca di affari che Cuccia trasformò in una delle più grandi del paese. La Banca Akros divenne una banca specializzata in investimenti a rischio, e Cuccia ne fu il principale promotore. Molti dei più grandi assetti finanziari in Italia passeranno attraverso la Banca Akros, e Cuccia sarà l’artefice della loro creazione.
Enrico Cuccia morì nel 2000, lasciando un’eredità enorme alla finanza italiana e un segno indelebile sulla sua storia economica. Cuccia ha rappresentato il meglio della vecchia classe dirigente italiana e ha dimostrato che il mondo della finanza può essere una forza positiva per il progresso del paese e l’innovazione economica. La sua influenza non è mai stata superata, ma rimane ancora oggi una figura di riferimento per tutti coloro che vogliono capire come si costruisce il successo finanziario e come si fa a diventare un grande leader nella finanza internazionale.