Il termine innovativo Kitsch è originario della lingua tedesca e, come molti vocaboli stranieri, è stato introdotto anche nell’italiano. Tuttavia, a causa della sua pronuncia originaria e delle particolari caratteristiche fonetiche del nostro idioma, ci si chiede spesso come sia possibile scrivere correttamente questa parola.

Iniziamo col dire che il termine kitsch si utilizza per indicare un movimento artistico che, negli anni cinquanta, fece la sua comparsa negli Stati Uniti. Questo movimento, che ha avuto una forte influenza su molte forme di arte, si caratterizza per l’uso eccessivo di decorazioni, colori sgargianti e oggetti di natura pubblicitaria.

La parola kitsch prevede la presenza di due consonanti doppie – la k e la t – e per questo motivo è spesso confusa dal punto di vista della scrittura. Infatti, molti cercano di scriverla mettendo due k consecutivi, ma ciò sarebbe errato e fuorviante.

La parola si scrive dunque con la consonante k seguita da quella t. La sua pronuncia esatta prevede l’emissione di una velare sorda per la consonante iniziale, seguita da un suono fricativo interdentale per la t. Tuttavia, ci sono alcune varianti dialettali e individuali nella pronuncia di questa parola.

Va altresì sottolineato come il termine kitsch sia generalmente utilizzato in maniera dispregiativa, in quanto riferito alla produzione artistica banale e senza contenuti. Questo aspetto, infatti, è uno dei tratti distintivi di questo movimento artistico, che pone l’accento sulla forma, piuttosto che sul contenuto.

In sintesi, la parola kitsch si scrive correttamente con la consonante k seguita dalla consonante t, mentre la sua pronuncia può variare in base ai diversi contesti linguistici. È importante, nondimeno, non sottovalutare il significato che questo termine assume nel mondo dell’arte e della cultura, poiché esso rappresenta un punto di riferimento fondamentale per comprendere molte delle tendenze artistiche contemporanee.

In conclusione, l’importanza di saper scrivere correttamente la parola kitsch non deve essere sottovalutata, poiché essa rappresenta un termine fondamentale nella descrizione di molte forme di espressione artistica e culturale. Ricordiamo dunque che la sua grafia prevede la concatenazione di due lettere distinte – la k e la t – e che la sua pronuncia può variare in base ai diversi contesti linguistici.

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