Jeffrey Dahmer è diventato famoso nel 1991 quando le autorità hanno scoperto quello che è stato descritto come uno dei più brutali serial killer della storia. Durante gli anni in cui Dahmer ha commesso i suoi crimini, tra giugno 1978 e gennaio 1991, ha ucciso 17 uomini e ragazzi, la maggior parte dei quali erano di origine afroamericana.
Secondo quanto riportato dalla stampa, Dahmer ha usato una combinazione di droghe, alcol e violenza sessuale sui suoi vittime. Le sue atrocità includevano la decapitazione dei corpi, la dissoluzione dei loro resti in acido e anche la creazione di trofei dalle loro ossa.
Le autorità hanno incontrato Dahmer la prima volta nel 1982, quando una delle sue vittime è riuscita a fuggire. Dahmer è stato arrestato e condannato a una condizionale di un anno. Dopo la condizionale, è stato rilasciato ma ha continuato a commettere crimini.
Nel 1991, una seconda delle sue vittime è riuscita a scappare e ha portato le autorità alla sua porta. Quando gli agenti hanno fatto irruzione nella sua abitazione, hanno trovato numerosi resti, materiali per la conservazione dei corpi e una vasta gamma di prodotti chimici. Dahmer è stato quindi accusato di 15 omicidi e condannato a 15 ergastoli consecutivi.
Dahmer è rimasto in carcere fino alla sua morte nel 1994. Il suo compagno di cella, Christopher Scarver, è stato accusato della sua morte e condannato a due ergastoli consecutivi.
Dahmer è diventato un simbolo della società della violenza e della devianza. Il suo caso ha sollevato domande su come l’America tratti i criminali, in particolare i serial killer. La sua morte ha portato alla luce la necessità di maggiore attenzione da parte delle autorità giudiziarie e di una migliore comprensione delle cause e degli effetti della violenza.