Berlinguer era nato a Sassari, in Sardegna, nel 1922. Era figlio di un avvocato e di una maestra elementare. Fin da giovane, mostrò un grande interesse per la politica e si iscrisse al PCI nel 1940. Dopo aver conseguito una laurea in giurisprudenza, iniziò a lavorare come avvocato e iniziò a prendere parte attivamente alla vita politica del partito.
Nel 1972, Berlinguer fu eletto segretario del PCI, un ruolo che ricoprì fino alla sua morte. Durante il suo mandato, Berlinguer cercò di modernizzare il partito e di renderlo più aperto al dialogo con le altre forze politiche. La sua politica, nota come “eurocomunismo”, mirava a rafforzare i legami tra il PCI e i partiti comunisti europei.
Berlinguer fu anche uno dei principali artefici della cosiddetta “svolta di Salerno”, un accordo tra il PCI e il Partito Socialista Italiano (PSI) che portò alla formazione di un governo di unità nazionale nel 1983. Questo governo, guidato dal presidente della Repubblica Sandro Pertini, fu uno dei più importanti della storia italiana.
Berlinguer morì il 5 giugno 1984, a causa di una grave malattia. La sua morte fu una tragedia per l’Italia intera. Il suo funerale fu uno dei più grandi eventi della storia italiana, con milioni di persone che si riunirono per rendere omaggio al grande leader.
La morte di Berlinguer segnò una svolta nella storia del PCI e dell’Italia. Il partito perse la sua guida e non riuscì più a raggiungere i successi che aveva ottenuto sotto la sua guida. La sua morte segnò anche la fine della “svolta di Salerno” e dell’era della “prima repubblica”.
Berlinguer è ricordato come uno dei più grandi leader politici della storia italiana. La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile nella politica italiana e ha segnato una svolta nella storia del paese. La sua eredità è ancora viva oggi e il suo ricordo rimarrà per sempre nei cuori degli italiani.