La sostenibilità è un tema sempre più centrale per le scelte quotidiane e le decisioni d’acquisto delle persone. Tra le pratiche più diffuse, da anni va per la maggiore il “km zero”, ovvero preferire alimenti di produzione locale, per ridurre l’impatto dell’imballaggio e dei trasporti. Anche l’orto domestico, inteso come pratica di autoproduzione, rientra in quest’ottica, ma spesso il suo valore è sopravvalutato rispetto ad altre scelte altrettanto valide.

Le pratiche di autoproduzione, infatti, non sono sempre sostenibili. Innanzitutto, l’orto domestico richiede spesso l’utilizzo di acqua potabile, spesso utilizzata in quantità maggiori rispetto a quelle necessarie per la coltivazione; in secondo luogo, nell’orto si può incorrere in un utilizzo eccessivo di pesticidi e fertilizzanti, compromettendo la salute dell’ambiente e del consumatore. Infine, realizzare un orto in urbanizzazione, con l’utilizzo di una quantità spropositata di acqua per l’irrigazione, potrebbe far pagare molti cittadini più a causa del rialzo del consumo dell’acqua.

Inoltre, è vero che il km zero riduce l’impatto del trasporto sui prodotti, ma la sostenibilità implica anche la valutazione di altre variabili, come l’approvvigionamento di materiali di confezionamento, le condizioni di lavoro dei produttori e la loro remunerazione. Detto questo, il km zero e l’orto domestico rimangono pratiche attualmente valide, ma solo come parte di una complessa rete di scelte sostenibili.

Ci sono, però, anche altre alternative per una sostenibilità davvero efficace e internazionale. Una di queste potrebbe essere ad esempio investire nell’acquisto di alimenti biologici, provenienti da produttori di paesi vicini, che coltivano in modo ecologico e con una ridotta impattosull’ambiente. Molti produttori, infatti, adottano tecniche innovative per la coltivazione, come l’agricoltura biologica a basso impatto ambientale, la permacultura e la coltivazione biointensiva.

Queste pratiche, che privilegiano la rigenerazione dei suoli, la salvaguardia della biodiversità e il risparmio di acqua, sono certamente più sostenibili rispetto alla coltivazione intensiva, che richiede ingenti quantità di acqua e fertilizzanti chimici, e che è causa di un massiccio impiego di energia fossile, per il trasporto e la conservazione dei prodotti.

In generale, la sostenibilità non è solamente una scelta legata alle singole abitudini, ma rappresenta un modo di pensare e di agire che riguarda tutti i settori della società. Una economia sostenibile, ad esempio, si basa sulla messa a sistema di reciproche relazioni tra produttori e consumatori, favorisce la riparazione e il riciclaggio dei prodotti, promuove la solidarietà e riduce le disuguaglianze.

Un’altra importante area di azione riguarda la mobilità sostenibile, che privilegia il trasporto pubblico, la bicicletta o la camminata, riducendo il ricorso all’auto e favorendo il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento atmosferico. Infine, la sostenibilità richiede una maggiore consapevolezza dei limiti dei sistemi ambientali, una maggiore consapevolezza dei propri comportamenti e una maggiore attenzione alla valutazione della reale sostenibilità dei brand che scegliamo.

In conclusione, la sostenibilità è un tema tanto importante quanto complesso che richiede una valutazione attenta e lungimirante di molte variabili. La scelta delle pratiche di auto-produzione, come il km zero e l’orto domestico, fanno parte di questa valutazione, ma non possono costituire l’unica soluzione. Una sostenibilità efficace richiede una visione globale e una valutazione delle relazioni, delle sinapsi tra i tanti fattori che determinano la nostra scelta.

Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo e di divulgazione. Per esso non è possibile garantire che sia esente da errori o inesattezze, per cui l’amministratore di questo Sito non assume alcuna responsabilità come indicato nelle note legali pubblicate in Termini e Condizioni
Quanto è stato utile questo articolo?
0
Vota per primo questo articolo!