Nato nel 1913 a Marina di Pisa, Pontecorvo studiò fisica a Roma, dove si laureò nel 1934. Dopo un breve periodo di lavoro in Italia, nel 1940 emigrò in Gran Bretagna per sfuggire alle leggi razziali fasciste. Qui, grazie alla sua conoscenza del nucleo atomico, fu assunto come ricercatore nel gruppo diretto da Fermi all’Università di Chicago, dove partecipò ai primi esperimenti di fissione nucleare.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Pontecorvo si trasferì in Canada per lavorare al Progetto Manhattan, il programma di ricerca sulla bomba atomica americano. Qui fece due scoperte fondamentali: la possibilità di usare il neutrone come strumento di studio dei nuclei atomici, e la teoria della conversione dei neutrini, una particella subatomica. Quest’ultima lo portò a ricevere il premio Abdus Salam nel 1982.
Tuttavia, nel 1950 Pontecorvo decise di lasciare gli Stati Uniti e tornare in Gran Bretagna, dove trovò lavoro all’Università di Liverpool. Qui continuò a lavorare sulla fisica delle particelle e dei neutrini, fino a quando nel 1955 si dimise improvvisamente dal suo incarico e scomparve. La sua scomparsa fece scalpore in tutto il mondo scientifico e si iniziò a parlare della possibilità che avesse passato informazioni riservate sulle armi atomiche ai sovietici.
Nel 1950, infatti, gli Stati Uniti avevano imposto un embargo sull’esportazione di informazioni nucleari, ma Pontecorvo aveva avuto accesso a molte di queste informazioni grazie al suo lavoro sull’atomo alla fine degli anni ’40 e all’inizio degli anni ’50. Nel 1950 era stato anche coinvolto in un’indagine del governo americano sul presunto spionaggio ebraico-sovietico negli Stati Uniti, ma non era stato accusato di nulla.
Nel 1950, Pontecorvo era già stato contattato da un agente sovietico che gli aveva proposto di passare informazioni riservate sui programmi di armamento nucleare americano e britannico. La sua scomparsa nel 1955 fu quindi vista come una fuga in Unione Sovietica. La sua famiglia, invece, dichiarò che era partito per un viaggio di lavoro in Europa, ma non fece più ritorno.
Solo nel 1991, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, emerse la verità sulla scomparsa di Pontecorvo quando i servizi segreti russi declassificarono i documenti che dimostravano la sua fuga in URSS e la sua attività nella ricerca nucleare per conto del governo sovietico. Morì in Russia nel 1993 all’età di 80 anni.
Bruno Pontecorvo rimane quindi una figura controversa, il cui nome è stato associato con lo spionaggio atomico e con la fuga in Unione Sovietica. Tuttavia, il suo lavoro nella fisica teorica e nella ricerca sui neutrini ha avuto un impatto duraturo sulla scienza e sullo sviluppo delle tecnologie nucleari. La sua vita e la sua figura sono state fonte di ispirazione per molte opere letterarie e cinematografiche, come la serie televisiva “The Americans” e il romanzo “Il fisico” di Noah Gordon.