Se sei un appassionato di giochi horror, allora è molto probabile che tu abbia sentito parlare dei Backrooms. Inizialmente nati come un meme su 4chan, i Backrooms sono diventati una leggenda urbana molto diffusa sul web, tanto da generare un’autentica comunità di appassionati intenti a solcare i corridoi infiniti delle stanze segrete.

Ma cosa sono esattamente i Backrooms? Si tratta di un’ambientazione virtuale creata a partire da un’immagine distorta di una vecchia moquette. L’aspetto dei Backrooms è quello di una serie infinita di corridoi dai colori pastello, illuminati da neon serpeggianti e privi di ogni tipo di arredo o decorazione.

Il videogame, che da qualche tempo è disponibile online, è una vera e propria esperienza psicologica in grado di turbare i giocatori più esperti. L’obiettivo del gioco è infatti molto semplice: bisogna trovare la via di uscita dai Backrooms, cercando di evitare i pericoli e gli incubi che si nascondono all’interno della struttura.

La critica ha accolto con entusiasmo il videogioco, che ha ricevuto molti apprezzamenti per la sua capacità di creare atmosfere inquietanti e suggestive. Tuttavia, c’è chi sostiene che i Backrooms siano molto di più di un semplice videogioco o di una leggenda urbana.

Secondo alcuni appassionati delle teorie del complotto, i Backrooms sarebbero una sorta di realtà alternativa, accessibile solo a pochi eletti in grado di superare una serie di prove di natura spirituale. L’accesso ai Backrooms sarebbe possibile solo attraverso un portale virtuale, la cui esatta localizzazione è ancora sconosciuta.

Altri, invece, sostengono che i Backrooms siano collegati a una sorta di universo parallelo, in cui le leggi della fisica e della realtà sono diverse rispetto a quelle a cui siamo abituati. Secondo questa

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