Nato a Montella, in provincia di Avellino, nel 1915, Alessandro Serenelli visse la sua infanzia e la sua adolescenza in un contesto familiare difficile. Abbandonato dal padre, fu affidato alla madre e alla zia, che si prendevano cura di lui e dei suoi fratelli. Ma la povertà e l’instabilità familiare lo portarono a cercare conforto nell’amicizia di altri ragazzi, alcuni dei quali con una vita difficile come la sua.
E fu proprio in uno di questi amici che Serenelli incontrò Maria Goretti, una ragazzina di 11 anni che viveva con la sua famiglia in una casa vicina. Maria colpì immediatamente il cuore del giovane Serenelli, ma lei lo considerava solo un amico, e non aveva nessun interesse romantico per lui.
Quando Maria fu uccisa il 6 luglio 1902, Serenelli si trovava con lei nella casa della sua famiglia, ma non intervenne per proteggerla dall’aggressione del suo assassino. Anzi, tentò di violentarla, provocando la sua resistenza e il suo coraggio nel difendere la sua purezza fino alla morte.
Una volta arrestato e condannato, Alessandro Serenelli confessò il suo crimine, ma rimase ancora per molti anni rancoroso e orgoglioso, non capendo il valore del perdono. Fu solo in seguito alla guarigione miracolosa di una bambina che invocò l’aiuto di Maria Goretti che Serenelli cambiò radicalmente la sua vita, chiedendo perdono per il suo orribile gesto e trovando la pace e la serenità in una vita di preghiera e di penitenza.
La sua beatificazione, quindi, è stata un momento importante per la Chiesa cattolica, che ha voluto ricordare la forza del perdono e della conversione come un cammino possibile per tutti. Soprattutto in un’epoca in cui la violenza, la criminalità e l’odio sembrano dominare il mondo, la storia di Alessandro Serenelli e di Maria Goretti ci ricorda che la bellezza della vita può essere trovata solo nella purezza del cuore e nell’amore fraterno per gli altri.
La cerimonia di beatificazione ha avuto luogo nella sua città natale di Montella, con la presenza di migliaia di fedeli e rappresentanti della Chiesa cattolica. Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha letto la lettera del papa Francesco che proclamava la beatificazione di Serenelli, e ha lodato la sua decisione di chiedere perdono per il suo crimine e di dedicare la sua vita alla preghiera e alla penitenza.
La beatificazione di Alessandro Serenelli è stata un evento storico per la città di Montella e per l’Italia intera, che ha visto un figlio difficile e ribelle diventare un esempio di fede e di speranza per molti. La sua storia, sia nella vita che nella morte, ha mostrato la potenza del perdono e la bellezza dell’amore verso Dio e verso gli altri.
Che la sua beatificazione sia un invito a tutti noi a riscoprire la bellezza del perdono, dell’amore e della santità nella nostra vita quotidiana. Che possiamo imitare l’esempio di Alessandro Serenelli e di Maria Goretti, che ci hanno insegnato che la vera grandezza sta nell’amore fraterno, che è capace di donare la vita per gli altri e di perdonare anche il più grande dei peccati.