Il gufo è un rapace notturno che appartiene all’ordine degli Strigiformi, un gruppo di uccelli specializzati nella vita al buio. Figura spesso descritta come misteriosa e legata alla saggezza, questo predatore presenta adattamenti sorprendenti nella vista e nell’udito. In questa guida scoprirai come riconoscerlo, dove vive, di cosa si nutre e quali specie puoi incontrare in Italia.

Vuoi capire i gufi in modo semplice? Qui trovi come identificare un gufo, il suo habitat, la dieta, i comportamenti notturni e il significato simbolico di questo rapace. Scopri le principali specie presenti in Italia e i fatti essenziali per osservarli con rispetto e senza disturbarli.

Come riconoscere un gufo?

I gufi sono rapaci notturni dal profilo inconfondibile: testa grande con occhi frontali, becco ricurvo e artigli robusti. Il volto mostra il caratteristico disco facciale, un’area di piume disposte a parabola che incanala i suoni verso le orecchie.

In molte specie spiccano i ciuffi auricolari, che non sono vere orecchie ma piume erettili utili a comunicazione e mimetismo. Le orecchie sono spesso asimmetriche, un’“antenna” vivente che consente di percepire con precisione la direzione del suono anche nel buio fitto.

Primo piano sugli intensi occhi arancioni di un gufo reale
Primo piano sugli occhi di un Eurasian eagle-owl. · DomenicBlair · CC0 1.0 · Eurasian Eagle Owl Bubo Bubo Bird Up Close.jpg

Il piumaggio è fitto e con penne a margine seghettato: questo riduce la turbolenza dell’aria e rende il volo silenzioso, un vantaggio enorme per avvicinare le prede senza farsi sentire. Tra le dimensioni, si passa dall’imponente gufo reale a specie più piccole come l’assiolo; la postura eretta e i movimenti del capo a “scatto” aiutano a distinguerli da altri rapaci.

Qual è l'habitat del gufo?

I gufi occupano vari ambienti, dai boschi maturi ai margini forestali, dalle campagne con siepi e filari ai parchi urbani, fino a falesie e ambienti rupestri. Cercano posatoi con buona visuale e siti di nidificazione in cavità naturali, edifici rurali o vecchi nidi di corvidi.

Alcune specie tollerano bene gli ambienti agricoli, se contengono incolti e aree con prede. La disponibilità di cavità, la tranquillità dei siti e l’illuminazione notturna influenzano la presenza. Specie come l’assiolo o il gufo di palude mostrano una certa mobilità stagionale, mentre gufo reale e allocco sono più stanziali e territoriali.

Di cosa si nutre il gufo?

La dieta varia secondo specie e ambiente: molti gufi predano micromammiferi (topi, arvicole), ma anche piccoli uccelli, rettili, anfibi e grandi insetti. La tecnica più comune è la caccia da posatoio: osservano e ascoltano dal ramo, poi si tuffano rapidi per afferrare la preda con gli artigli.

Dopo il pasto rigurgitano le borre dei gufi, piccoli agglomerati di peli, ossa e esoscheletri non digeriti. Analizzarle rivela quali prede consumano in zona e fornisce dati preziosi per lo studio di popolazioni e habitat. I gufi sono predatori opportunisti: adattano il menu alla disponibilità locale e alla stagione.

Fatti essenziali sul gufo

  • I gufi sono rapaci notturni con udito fine e visione adattata alla luce scarsa.
  • Le penne del volo sono seghettate, riducono il rumore e aiutano la caccia silenziosa.
  • Il disco facciale convoglia i suoni verso le orecchie asimmetriche.
  • Molte specie sono territoriali e nidificano in cavità o in vecchi nidi di corvidi.
  • Espellono borre: agglomerati di ossa e peli non digeriti.
  • In Italia vivono diversi Strigiformi: gufo reale, gufo comune, allocco, civetta e barbagianni.

Quali specie di gufi ci sono in Italia?

Nel nostro Paese sono presenti diverse specie di Strigiformi. Tra le più note troviamo il Gufo reale (Bubo bubo), il Gufo comune (Asio otus), l’Allocco (Strix aluco), la Civetta (Athene noctua), il Barbagianni (Tyto alba), l’Assiolo (Otus scops) e il Gufo di palude (Asio flammeus).

Gufo reale in volo con ali spiegate sopra uno sfondo sfocato
Un Eurasian Eagle-Owl in volo ripreso lateralmente. · Manuel Torres Garcia · Pexels License · Eurasian Eagle-Owl Flying

Ecco una panoramica utile per riconoscerle.

  • Gufo reale (Bubo bubo). Il più grande gufo europeo: predatore potente di ambienti rupestri e boschi maturi, con occhi arancio e grandi ciuffi. In Italia è raro ma presente in molti sistemi montuosi; a livello globale è valutato “Least Concern” (LC).
  • Gufo comune (Asio otus). Diffuso in pianure e colline, frequenta siepi, filari e aree agricole. Caratteristico il posatoio diurno in gruppi nei coniferi in inverno; spesso nidifica nei coniferi utilizzando vecchi nidi di corvidi.
  • Allocco (Strix aluco). Abita boschi, parchi e giardini alberati. Canto profondo e inconfondibile; sfrutta cavità naturali o cassette-nido. Generalista nella dieta, spesso preda micromammiferi e piccoli uccelli.
  • Civetta (Athene noctua). Piccola, versatile e talvolta crepuscolare, ama paesaggi agricoli con muretti, casali e alberi sparsi. Nidifica in cavità di edifici o tronchi e caccia soprattutto insetti e piccoli vertebrati.
  • Barbagianni (Tyto alba). Disco facciale a cuore, volo fluttuante e abitudini crepuscolari. Frequenta campagne e cascine; utile come controllore naturale dei roditori, grazie alla caccia dall’alto con udito finissimo.
  • Assiolo (Otus scops). Il più minuto e migratore tra i nostri gufi, arriva in primavera. Il suo canto monotono è un “tiù” ripetuto; ama parchi, uliveti e aree alberate sparse.
  • Gufo di palude (Asio flammeus). Specie di ambienti aperti e zone umide, talvolta diurno. Visita l’Italia soprattutto in migrazione o in inverno; caccia a bassa quota su praterie e canneti.

Perché il gufo è simbolo di saggezza?

Nell’antica Grecia il gufo era l’animale di Atena, dea della sapienza, e compariva sulle monete di Atene. La sua vista nel buio, la postura attenta e l’aria calma lo hanno reso emblema di lucidità e conoscenza; in epoca romana l’associazione passa a Minerva.

In altre culture il canto notturno ha alimentato anche credenze meno favorevoli. Oggi il significato simbolico viene letto in chiave culturale: osservando l’ecologia del gufo capiamo che la sua “saggezza” è un insieme di adattamenti a vivere quando gli altri dormono, non un presagio.

Domande frequenti

I gufi vedono al buio?

Hanno una vista eccellente in luce scarsa, ma non nel buio totale; compensano con un udito molto sviluppato e il disco facciale che convoglia i suoni.

I ciuffi auricolari sono orecchie?

No, sono ciuffi di piume usati per mimetismo e comunicazione; le orecchie vere sono ai lati del capo e spesso asimmetriche.

Perché il volo del gufo è silenzioso?

Le penne con margini seghettati e la struttura del piumaggio riducono la turbolenza dell’aria, attenuando il rumore prodotto durante il battito alare.

Quando è meglio osservare i gufi?

Al crepuscolo e di notte, mantenendo le distanze e evitando luci dirette o richiami insistenti, per non disturbare i soggetti e i siti di nidificazione.

I gufi sono pericolosi per gli animali domestici?

Raramente: in genere cacciano prede selvatiche di piccole dimensioni; i gufi più grandi possono predare animali giovani solo in condizioni eccezionali.

Si può attirare un gufo in giardino?

Meglio favorire habitat adatti (alberi maturi, cavità, aree con poca luce) e lasciare natura e tranquillità; evitare cibo artificiale o disturbi.

Riepilogo pratico sul gufo

  • I gufi sono rapaci notturni con adattamenti speciali per vista, udito e volo silenzioso.
  • Habitat diversi: boschi, campagne con siepi, parchi urbani e ambienti rupestri.
  • Dieta flessibile: soprattutto micromammiferi, ma anche uccelli, rettili e insetti.
  • Le borre rivelano le prede locali e aiutano gli studi ecologici.
  • In Italia vivono più specie: dal gufo reale all’assiolo, con ruoli ecologici distinti.

Conoscere i gufi significa rispettarli: mantieni le distanze, evita luci dirette e non disturbare i siti di nidificazione. L’osservazione responsabile valorizza il contatto con la natura e riduce lo stress per questi uccelli. Se vuoi approfondire, partecipa a uscite guidate con gruppi locali e impara a riconoscere versi e tracce.

Comprendere adattamenti come il disco facciale, le penne seghettate e il comportamento notturno aiuta a sfatare miti e apprezzare il loro ruolo negli ecosistemi: regolano le popolazioni di piccoli mammiferi e indicano la qualità degli habitat. Così, il gufo torna a essere un simbolo di attenzione e convivenza consapevole.

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