Piccolo, notturno e sorprendentemente adattabile, il ghiro è un gliride che molti incontrano nei boschi e, talvolta, vicino alle abitazioni. Conosciuto come Glis glis e soprannominato “dormiglione”, questo roditore notturno trascorre lunghi mesi in letargo e si muove con agilità tra rami, tetti e sottotetti.
In poche righe: scoprirai che il ghiro è un roditore arboricolo europeo, come riconoscerlo a colpo d’occhio, dove vive (dai boschi alle soffitte), di cosa si nutre e come convivere in modo etico, prevenendo ingressi in casa senza nuocere all’animale.
Quali sono le caratteristiche del ghiro?
Il ghiro (Glis glis) appartiene alla famiglia dei Gliridi, con corpo tozzo, muso corto, grandi occhi e coda pelosa. È un roditore arboricolo abile nell’arrampicata, attivo soprattutto di notte e silenzioso, salvo richiami o graffi leggeri udibili nei momenti di maggiore vivacità.
Il ghiro entra in soffitta?
Sì, quando trova un accesso comodo, ad esempio piccole fessure sotto il tetto o passaggi tra cornicioni e tegole. Cerca ambienti riparati, asciutti e tiepidi dove riposare, allevare la prole o accumulare riserve; l’ingresso avviene spesso lungo cavi, grondaie o rami vicini alle pareti.
Aspetto e dimensioni
Di norma il corpo misura circa 13–19 cm, con coda di 11–18 cm. Mantello grigio-cenere, ventre più chiaro, mascherina scura attorno ai grandi occhi scuri. Le orecchie sono arrotondate e poco prominenti; la coda folta aiuta nell’equilibrio durante i salti tra i rami e funge da coperta in riposo.
Ciclo di vita e letargo
Specie longéviva per un piccolo roditore, alterna periodi di intensa attività a un letargo profondo che può durare 6–7 mesi, in genere dall’autunno alla primavera. In anni poveri di semi può ridurre l’attività estiva e allungare i riposi. A livello globale, il suo stato di conservazione è considerato di “minima preoccupazione” grazie all’ampia distribuzione e alla popolazione presumibilmente numerosa.
Dove vive il ghiro: boschi o soffitte?
Il suo habitat principale sono i boschi di latifoglie, con quercia, faggio e castagno, ricchi di frutti e cavità. Frequenta margini, siepi e vecchi alberi dove trova nidi naturali o abbandonati, e può usare cavità nel terreno per il letargo.
In ambienti suburbani sfrutta giardini maturi e filari alberati.
In contesto urbano o rurale, entra in tetti e sottotetti se vi sono passaggi. Gli piacciono intercapedini asciutte e stabili, lontane dal disturbo. Per questo conviene ridurre accessi accidentali: l’obiettivo non è “sradicare” la fauna, ma impedire che l’animale si stabilisca in casa.
Fatti rapidi sul ghiro
- Roditore notturno dei boschi temperati europei.
- Svernamento lungo fino a sette mesi.
- Frequenta soffitte e tetti quando trova accessi.
- Dieta a base di semi, frutti, ghiande.
- Abile arrampicatore con coda folta.
Come riconoscere la sua presenza?
In natura e vicino alle case, il ghiro lascia indizi discreti. Non graffia come uno scoiattolo sulle cortecce spesse, né rosicchia con l’insistenza di un topo domestico; i segnali sono più sporadici e legati a riposo, alimentazione e passaggi notturni.
- Rumori notturni leggeri: passi rapidi, fruscii o piccoli richiami, soprattutto al tramonto e all’alba. In soffitta i suoni provengono spesso da travi, cornicioni e punti riparati.
- Escrementi piccoli e scuri: simili a “chicchi” leggermente appuntiti, disposti in zone frequentate. Sono asciutti, non appiccicosi, e indicano una frequentazione regolare.
- Frutti rosicchiati: mele o noci con bordi netti e porzioni mangiate. Nei giardini i gusci di nocciole presentano un’apertura circolare liscia, tipica di morsi precisi.
- Nidi morbidi: pallottoloni di foglie, erba secca o lana isolante raccolta in soffitta. Di giorno l’animale resta nascosto e poco visibile.
- Tracce di passaggio: segni di pelo su angoli stretti e polvere smossa lungo travi e cavi. All’esterno, piccole impronte tra recinzioni e siepi.
- Graffi e segni sui legni: non profondi, spesso legati a salita/discesa su travi e tavolati. Diversi dai rosicchiamenti estesi tipici dei ratti.
- Piccoli accumuli di semi: scorte temporanee in cavità o intercapedini. In annate ricche, l’animale seleziona i frutti più energetici.
Questi indizi vanno interpretati nel loro insieme. Un singolo seme rosicchiato non prova una presenza stabile; più tracce concordanti, nello stesso punto e periodo, suggeriscono un’attività ricorrente.
Cosa mangia e quando è attivo?
La dieta è dominata da semi e frutti (ghiande, nocciole, castagne, bacche). In primavera può integrare gemme e qualche insetto; in tarda estate aumenta l’assunzione di energia per accumulare riserve. Il suo ciclo del sonno è nettamente notturno: emerge al crepuscolo, esplora e si alimenta quando l’aria è fresca.
La stagionalità conta: prima del letargo il ghiro entra in iperalimentazione, ricerca i cibi più calorici e riduce gli spostamenti lunghi. Dopo il risveglio, nelle notti miti riprende i percorsi abituali, visitando alberi produttivi e potenziali rifugi.
Come convivere in modo etico?
L’approccio migliore è l’esclusione gentile: rendere la casa poco attraente e difficilmente accessibile, evitando di ferire o intrappolare l’animale. Prevenire è più efficace che intervenire dopo; la gestione anticipa le stagioni di maggiore movimento.
Prevenzione delicata
Osserva da fuori la casa al crepuscolo per individuare i punti d’ingresso e intervieni quando non ci sono piccoli al nido (tarda primavera e inizio estate sono critici). Agisci con pazienza, privilegiando soluzioni stabili.
- Sigilla fessure e passaggi con rete metallica a maglia fine e materiali resistenti; verifica che non restino animali all’interno prima di chiudere.
- Proteggi alimenti e mangimi: contenitori ermetici, compost ben gestito, frutti caduti raccolti per ridurre la disponibilità di cibo facile.
- Potatura mirata: distanzia i rami che toccano il tetto; crea una “fascia di rispetto” per limitare l’accesso ai cornicioni.
- Offri alternative: cassette-nido esterne in giardino, posizionate su alberi adatti, possono favorire lo spostamento verso l’esterno.
- Controlli periodici: dopo la chiusura dei varchi, monitora per alcune notti. Se senti rumori, riapri e ripeti la verifica in sicurezza.
Quando chiedere aiuto
Se temi di disturbare un nido o non riesci a individuare i passaggi, contatta centri di recupero fauna o tecnici esperti in fauna selvatica. Evita esche tossiche o metodi cruenti: oltre a essere rischiosi, sono in contrasto con una convivenza responsabile.
Differenze tra ghiro, topo e scoiattolo?
Il ghiro è più robusto di un topo domestico, con coda pelosa e occhi grandi; è più piccolo di uno scoiattolo e il movimento è felpato. Talvolta si confonde con altre specie di gliridi. Il “gopher”, invece, è un roditore nordamericano che non è presente in Italia.
- Coda: nel topo è sottile e poco pelosa; nel ghiro è folta; nello scoiattolo è molto lunga e vaporosa.
- Testa e occhi: il ghiro ha occhi grandi e scuri con mascherina; il topo ha occhi più piccoli; lo scoiattolo ha profilo più affusolato.
- Abitudini: il ghiro è notturno e riservato; il topo domestico frequenta dispense; lo scoiattolo è diurno e attivo sugli alberi.
- Tracce: rosicchiamenti netti su frutti per il ghiro; briciole e imballaggi danneggiati per i topi; gusci di pigne sgranati per gli scoiattoli.
Domande frequenti
Il ghiro scava gallerie sotterranee?
Non come le talpe. Può usare cavità naturali, vecchie tane di altri animali o intercapedini per il riposo e il letargo, ma non costruisce lunghi tunnel come i veri scavatori.
Il ghiro entra davvero in soffitta?
Sì, se trova passaggi. Predilige spazi asciutti e riparati: chiudere fessure e proteggere il cibo riduce gli ingressi. Prima di sigillare, verifica sempre che non ci siano piccoli al nido.
Di cosa si nutre il ghiro?
Principalmente di semi, frutti e ghiande; integra gemme e, occasionalmente, insetti. In tarda estate aumenta l’assunzione di energia per prepararsi al letargo.
Il ghiro è pericoloso per l’uomo?
No: è timido e schivo. Può causare piccoli danni a materiali e frutti, ma non è aggressivo. Se capita in casa, punta su prevenzione e allontanamento non cruenti.
Come allontanare un ghiro senza fargli del male?
Sigilla gli accessi dopo aver verificato che non ci siano animali dentro, riduci le fonti di cibo e offri alternative esterne come cassette-nido. In caso di dubbi, chiedi aiuto a personale esperto.
In breve e prossimi passi
- Il ghiro è un roditore notturno che hiberna a lungo.
- Preferisce i boschi ma può usare soffitte.
- Riconoscerne la presenza con rumori, escrementi, tracce.
- Dieta: semi, frutti, gemme; attivo di notte.
- Convivenza etica: prevenire ingressi, proteggere cibo, chiedere aiuto.
Capire abitudini, tracce e bisogni del ghiro aiuta a prevenire conflitti e a tutelare la biodiversità locale. La gestione migliore è discreta: proteggi la casa riducendo varchi e cibo facile, offri alternative all’esterno e osserva con curiosità il passaggio della fauna notturna.
Se incontri situazioni delicate (nidi, cuccioli, ingressi difficili), documenta orari e percorsi, sospendi interventi drastici e valuta un confronto con esperti di fauna. Piccoli accorgimenti quotidiani, uniti al rispetto della fauna selvatica, rendono la convivenza più semplice per tutti.