I rettili acquatici sono specie che trascorrono gran parte della vita in acqua, pur restando pienamente rettili. Comprendono tartarughe marine, coccodrilli, caimani, serpenti marini e molte specie d’acqua dolce. Spesso li chiamiamo anche rettili marini o animali semiacquatici: vivono tra fiumi, laghi, mangrovie e oceani, con adattamenti sorprendenti che li aiutano a nuotare, respirare e nutrirsi in ambienti molto diversi.
Panoramica rapida: i rettili d’acqua respirano aria con i polmoni e non possiedono branchie. Hanno adattamenti per nuotare, gestire il sale e trovare cibo in habitat che vanno dai fiumi al mare aperto. Esempi noti includono tartarughe e coccodrilli.
Come respirano i rettili acquatici?
Come tutti i rettili, questi animali respirano con i polmoni e devono emergere per ossigenarsi.

Hanno narici e vie aeree protette da valvole che impediscono l’entrata d’acqua, e possono regolare l’assetto per risparmiare energia in immersione.
Quanto tempo restano in apnea?
Dipende da specie, temperatura e attività: a riposo possono prolungare l’apnea riducendo il metabolismo, mentre in caccia restano sott’acqua meno a lungo. La capacità varia ampiamente tra tartarughe, serpenti e coccodrilli.
Nei coccodrilli, un flusso sanguigno particolare e un cuore a quattro camere con il forame di Panizza aiutano a ottimizzare l’ossigeno durante le immersioni. Le tartarughe marine, invece, possiedono polmoni molto elastici e strutture che favoriscono scambi rapidi in superficie.
Nonostante leggende diffuse, non “respirano attraverso la pelle” come i pesci: alcuni testuggini d’acqua dolce possono assorbire piccole quantità di ossigeno attraverso mucose specializzate, ma la respirazione avviene principalmente grazie ai polmoni.
Dove vivono e cosa mangiano?
Gli habitat vanno da fiumi e laghi a delta e mangrovie, fino a baie e oceani. Specie marine come tartarughe e serpenti gestiscono l’eccesso di sale con ghiandole del sale, una soluzione fisiologica di osmoregolazione efficace anche quando l’osmosi del sale spingerebbe acqua fuori dal corpo.
Le diete sono varie: pesci, crostacei e molluschi per predatori come serpenti marini e coccodrilli; piante acquatiche e alghe per molte testuggini d’acqua dolce; meduse e tunicati per alcune tartarughe marine. Alcuni sono opportunisti e integrano la dieta con carcasse o materiali vegetali stagionali.
Punti chiave in breve
- I rettili acquatici respirano aria con i polmoni, non hanno branchie.
- Molte specie alternano immersioni e soste in superficie per ossigenarsi.
- Habitat: fiumi, laghi, mangrovie, coste e mare aperto.
- Adattamenti: valvole nasali, arti laminati, carapaci idrodinamici.
- Diete varie: pesci, crostacei, molluschi, piante acquatiche.
- Esempi: tartarughe marine, caimani, serpenti marini, trionichidi.
Quali adattamenti li rendono acquatici?
Le soluzioni evolutive sono molte e agiscono su respirazione, locomozione, sensi e gestione del sale. Ecco le aree principali in cui questi animali eccellono sott’acqua.
Respirazione e fisiologia
Le vie aeree protette da valvole nasali e la capacità di collassare ed espandere i polmoni riducono il rischio d’aspirare acqua e migliorano l’efficienza degli scambi gassosi. Nei coccodrilli, l’assetto viene regolato spostando aria in sacche e posizionando i polmoni per stabilità. Le tartarughe possiedono carapaci e strutture interne che consentono ventilazione efficace anche senza un diaframma come nei mammiferi.
Movimento e nuoto
Le tartarughe marine trasformano gli arti anteriori in “ali” per un battito propulsivo potente, mentre i posteriori aiutano a sterzare. Coccodrilli e caimani nuotano con il movimento ondulatorio della coda muscolosa, mantenendo il corpo stabile. I serpenti marini sfruttano corpi appiattiti lateralmente e movimenti sinuosi ad alta efficienza idrodinamica.
Sensori e vista
Occhi e narici in posizione dorsale permettono di scrutare la superficie restando quasi sommersi. I coccodrilli hanno palpebre trasparenti per proteggere l’occhio in immersione e organi sensoriali cutanei che percepiscono lievi variazioni di pressione. Molte specie distinguono bene contrasti e movimento, utili nella caccia in acque torbide.
Quali specie rientrano tra i rettili acquatici?
Nel gruppo rientrano tartarughe, coccodrilli, caimani, serpenti marini e molte testuggini d’acqua dolce. In mare sono riconosciute sette specie di tartarughe marine, mentre fiumi e laghi ospitano una grande varietà di testuggini e serpenti.

- Tartarughe marine (Cheloniidae, Dermochelyidae). Abili nuotatrici di lungo corso, migrano tra aree di alimentazione e spiagge di nidificazione. Il guscio è appiattito e idrodinamico; le “pinne” anteriori generano la spinta principale.
- Testuggini d’acqua dolce. Occorrono in fiumi, laghi e zone umide. Molte alternano fondali molli e tronchi sommersi per riposare e termoregolarsi; la dieta varia da piante acquatiche a invertebrati.
- Trionichidi (tartarughe dal guscio molle). Il carapace flessibile riduce il peso e migliora l’agilità in fondali sabbiosi. Hanno musi tubolari per respirare stando quasi interamente interrate.
- Coccodrilli e caimani. Predatori apicali di acque dolci e salmastre, attendono mimetizzati per catturare pesci e mammiferi. Possono muoversi con grande rapidità in brevi scatti e restare immobili a lungo.
- Gaviali. Specializzati in pesca, mostrano un muso allungato con numerosi denti affilati. Vivono in grandi fiumi e necessitano di corsi d’acqua stabili per prosperare.
- Serpenti marini. Molte specie hanno code appiattite a remo e ghiandole del sale. Predano pesci e anguille tra barriere coralline e fondali sabbiosi; alcune specie sono vivipare.
- Serpenti d’acqua dolce (per esempio natricini). Frequentano rive e vegetazione sommersa alla ricerca di pesci e anfibi; spesso sono innocui e si mimetizzano tra radici e rami.
- Varani semiacquatici. Abili nuotatori, perlustrano sponde, canali e risaie in cerca di uova, pesci o piccoli invertebrati. Possono usare la coda per la spinta e brevi immersioni.
Qual è il loro ruolo ecologico?
Questi animali regolano le catene alimentari e contribuiscono alla salute degli ecosistemi acquatici. I predatori mantengono in equilibrio le popolazioni di pesci, mentre testuggini erbivore controllano la vegetazione e favoriscono la biodiversità delle piante acquatiche.
Minacce e conservazione
Molte specie sono esposte a perdita di habitat, inquinamento e catture accidentali. Le tartarughe marine possono ingerire plastica scambiandola per prede e restare intrappolate in attrezzi da pesca; rimozione di mangrovie e modifiche ai fiumi riducono zone di riposo e riproduzione. Azioni come protezione delle spiagge di nidificazione e riduzione degli impatti sulle acque interne sono essenziali per la loro sopravvivenza.
Domande frequenti
I rettili acquatici bevono acqua di mare?
Sì, alcune specie marine possono ingerirla, ma espellono l’eccesso di sale tramite ghiandole specializzate (per esempio in tartarughe e serpenti marini). Altre ottengono acqua dai cibi e da acque meno saline.
Come nascono i rettili acquatici?
La maggior parte depone uova sulla terraferma (tartarughe, coccodrilli, caimani). Molti serpenti marini sono ovovivipari o vivipari e partoriscono in mare, adattandosi alla vita pelagica.
Quanto tempo possono restare sott’acqua?
Varia molto: attività, temperatura e dimensione corporea influenzano la durata. In generale, in riposo possono prolungare l’apnea rispetto a quando nuotano o cacciano attivamente.
I rettili acquatici hanno branchie?
No, respirano con i polmoni e devono emergere per ossigenarsi. Alcune testuggini d’acqua dolce possono assorbire piccole quantità di ossigeno attraverso mucose specializzate, ma non hanno vere branchie.
Sono pericolosi per l’uomo?
La maggior parte evita il contatto e fugge. Specie come coccodrilli o alcuni serpenti marini possono essere pericolose se disturbate: è prudente osservarle a distanza e non manipolarle.
Cosa ricordare
- I rettili acquatici sono rettili polmonati adattati a fiumi, laghi e oceani.
- Devono emergere per respirare; valvole e strategie riducono l’ingresso d’acqua.
- Le diete variano da pesci e crostacei a piante e alghe.
- Specie emblematiche includono tartarughe marine, coccodrilli e serpenti marini.
- Conservazione degli habitat e riduzione dell’inquinamento sono cruciali.
Capire come vivono questi animali aiuta a leggere meglio fiumi e coste: dalla forma del carapace al profilo della coda, ogni dettaglio racconta un adattamento. Anche piccoli gesti, come ridurre i rifiuti o rispettare le aree di nidificazione, possono fare la differenza per popolazioni già sotto pressione.
Osservandoli con rispetto, possiamo apprezzarne l’eleganza evolutiva: strategie respiratorie, nuoto efficiente e comportamenti complessi che li rendono protagonisti degli ecosistemi acquatici. Proteggerli significa proteggere interi ambienti, dai canneti dei fiumi alle praterie di fanerogame marine.