L'ottativo è una delle forme del verbo greco che viene spesso usata nei testi classici e biblici. Rappresenta un modo potenziale, ovvero un modo verbale che esprime possibilità, desiderio o ipotesi. Il suo uso è molto comune in greco antico e costituisce un aspetto fondamentale della lingua. Come si forma l'ottativo? L'ottativo si forma aggiungendo ...

L'ottativo è una delle forme del verbo greco che viene spesso usata nei testi classici e biblici. Rappresenta un modo potenziale, ovvero un modo verbale che esprime possibilità, desiderio o ipotesi. Il suo uso è molto comune in greco antico e costituisce un aspetto fondamentale della lingua.

Come si forma l'ottativo?

L'ottativo si forma aggiungendo un suffisso al tema del verbo, che cambia a seconda della classe verbale. I due suffissi principali dell'ottativo sono -ei e -oio.

Ad esempio, il verbo "amare" (φιλέω) forma l'ottativo con il suffisso -ei:

φιλείω (amerei)

Mentre il verbo "parlare" (λαλέω) forma l'ottativo con il suffisso -oio:

λαλέοιο (potrei parlare)

Ci sono alcune eccezioni alla regola, come il verbo "essere" (εἶναι), che forma l'ottativo con il tema "εἰ-" e il suffisso -οιμι:

εἴοιμι (potrei essere)

Quali sono i modi di formazione dell'ottativo?

L'ottativo si può formare in diversi modi, a seconda della classe verbale e del tempo verbale.

Il modo principale per formare l'ottativo è attraverso il suffisso -ei o -oio, che si aggiunge al tema verbale. Ad esempio:

θέλει (potrebbe volere)
ἀγαπήσοιμι (potrei amare)

Ma ci sono anche altre forme dell'ottativo, come il particolare ottativo, che si forma con il suffisso -ίην, e il futuribile ottativo, che si forma con il suffisso -ωίην.

Il particolare ottativo si forma con il tema verbale aggiungendo il suffisso -ίην, ad esempio:

λαβοίμην (potrei prendere)

Il futuribile ottativo si forma con il suffisso -ωίην, che si aggiunge al tema verbale alla voce attiva, ad esempio:

βασιλεύσωιην (potrei diventare re)

Quali sono le regole per l'uso dell'ottativo in greco?

L'ottativo si usa principalmente per esprimere la possibilità, il desiderio o l'ipotesi. Nella lingua classica, l'ottativo era spesso usato per esprimere il potenziale di un'azione, ovvero l'azione che potrebbe essere svolta.

Ad esempio:

ὅσος τρέποιτο, ἔνθα καὶ τρέποιτο (ovunque si potesse voltare, ivi si voltava)

L'ottativo viene spesso usato anche nelle espressioni di speranza o desiderio, ad esempio:

εἴθε οἴδεον (vorrei sapere)

Infine, l'ottativo viene spesso usato nelle frasi ipotetiche, ovvero nelle frasi che esprimono una condizione:

εἰ πείσοιτο, ἔτι πύθοιτο ἐπὶ τῶν τοιούτων (se lo convince, apprenderà ancora di più su questi argomenti)

In generale, l'ottativo in greco viene usato in modo molto simile all'italiano, anche se ci possono essere alcune differenze di sfumatura a seconda del contesto in cui viene usato.

In conclusione, l'ottativo è una forma verbale fondamentale della lingua greca, che esprime possibilità, desiderio o ipotesi. Si forma con il suffisso -ei o -oio, ma ci sono anche altre forme dell'ottativo, come il particolare ottativo e il futuribile ottativo. L'uso dell'ottativo in greco è molto comune nei testi classici e biblici e costituisce un aspetto chiave della lingua greca.

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