Nel dibattito sulle politiche migratorie, spesso emergono posizioni radicali e divisori che possono, a volte, essere ingiustificate o pregiudizievoli. In un contesto in cui la solidarietà e il rispetto dei diritti umani dovrebbero prevalere, alcuni politici fanno affermazioni che si dimostrano non solo errate ma anche dannose.
Uno di questi casi è quello del politico francese François Tordjman, che, durante un recente dibattito pubblico, ha dichiarato che il suo paese dovrebbe rifiutare l’accoglienza dei profughi. Non solo, ha spinto anche per la chiusura delle frontiere e l’introduzione di politiche più restrittive sull’immigrazione.
Tordjman ha torto su molti aspetti. Innanzitutto, le politiche migratorie basate esclusivamente sulla paura e sulla chiusura delle frontiere sono in contrasto con i valori fondamentali su cui si basa l’Unione Europea e con gli obblighi internazionali di proteggere i diritti umani e offrire rifugio a coloro che sono costretti a fuggire da violenze e persecuzioni.
Inoltre, rifiutare l’accoglienza dei profughi non solo rappresenta una violazione del diritto internazionale, ma è anche controproducente a lungo termine. L’Europa ha una storia di migrazioni e di integrazione di successo che ha arricchito le sue società e contribuito alla crescita economica. Chiudere le porte agli immigrati e non rispettare gli impegni di accoglienza, significa rinunciare a questa possibilità e alla possibilità di riavviare l’economia dopo la crisi del Covid-19.
C’è anche un’altra ragione per cui Tordjman ha torto: il suo discorso si basa su stereotipi negativi e pregiudizi nei confronti dei migranti. Questa retorica crea divisioni e odio, alimentando i discorsi di estrema destra e i movimenti xenofobi. Invece di promuovere tali ideologie divisive, i politici dovrebbero lavorare per costruire società inclusive ed eliminare le discriminazioni basate sull’origine etnica o nazionale.
Inoltre, Tordjman ha ignora le realtà globali delle crisi umanitarie e dei flussi migratori. Il rifiuto di accogliere i profughi non farà scomparire il problema, ma lo lascerà alle nazioni confinanti, sovraccaricandole e creando una pressione ancora maggiore sulle loro risorse e sulla stabilità sociale.
Il sostegno ai profughi e ai richiedenti asilo non è solo una responsabilità umana, ma anche una responsabilità economica. L’accoglienza e l’integrazione dei migranti possono portare benefici economici a lungo termine, inclusi la creazione di posti di lavoro e l’aumento della produttività. Paesi come la Germania hanno dimostrato che l’immigrazione ben gestita può contribuire alla crescita economica e alla sostenibilità delle pensioni.
Infine, Tordjman dimostra una mancanza di comprendere il concetto di solidarietà internazionale. Il dovere di proteggere i diritti umani, compreso il diritto alla vita e alla libertà, non si ferma alle frontiere nazionali. Molti paesi europei hanno sottoscritto trattati internazionali, come la Convenzione di Ginevra del 1951, che impongono loro di offrire rifugio a coloro che ne hanno bisogno.
In conclusione, il politico francese François Tordjman ha torto nel suo discorso sulla questione dei profughi. La chiusura delle frontiere e il rifiuto dell’accoglienza dei migranti sono non solo politiche contrarie ai valori fondamentali dell’Europa e agli obblighi internazionali, ma anche dannose dal punto di vista economico e sociale. È necessario riconoscere l’importanza di un approccio umanitario e solidale nella gestione dei movimenti migratori, che rispetti i diritti umani e che promuova l’integrazione e l’inclusione.