Nello spagnolo, ad esempio, la tilde è utilizzata per distinguere parole come “éxito” (successo) dalla parola “exito” (uscita). In questo caso, la tilde viene posizionata sulla vocale “é” per indicare che deve essere pronunciata con un accento sul primo tempo. La tilde viene anche utilizzata in spagnolo per distinguere parole come “tú” (tu) da “tu” (tuo). In questo caso, la tilde sulla prima “u” indica che la parola è un pronome personale soggetto.
Anche in italiano la tilde viene utilizzata, seppur in modo meno comune, soprattutto in parole di origine spagnola come “piñata” o portoghese come “cão”. Anche in francese la tilde viene utilizzata per indicare la nasale, come nella parola “canard” (anatra).
In generale, la tilde può essere utilizzata su qualsiasi vocale per indicare l’accento tonico, eccetto la lettera “e” che può essere accentata solo se seguita da una consonante. La tilde viene anche posizionata sulla lettera “n” in spagnolo e portoghese per indicare una pronuncia nasale, come nella parola “año” (anno) o “cão” (cane).
È importante tenere presente che non tutte le parole in spagnolo o portoghese richiedono la tilde per essere pronunciate correttamente. In molti casi, l’accento tonico può essere dedotto semplicemente dalla posizione della parola all’interno della frase.
La tilde è anche utilizzata nella scrittura di alcune parole straniere in italiano, come il francese “café”, dove serve a distinguere la pronuncia corretta della parola dall’italiano “cafe”. Nel caso del portoghese “cliché”, la tilde sulla seconda “e” indica una pronuncia sottile e aperta, diversa da quella dell’italiano “cliche”.
In conclusione, la tilde è un importante simbolo diacritico utilizzato in diverse lingue, che serve a indicare l’accento tonico su una parola, la pronuncia corretta di una vocale e a distinguere due parole con lo stesso suono ma con significati differenti. Anche se la sua utilizzazione può sembrare complessa, con la pratica diventa più semplice identificare quando e come utilizzarla correttamente.