La Strage di Torino del 1922 rimane uno degli eventi più oscuri della storia italiana. Questo terribile tragico ha catturato l’attenzione del mondo intero per le sue proporzioni impensabili, il numero di morti e feriti e la profondità del trauma che ha causato alla gente.

Il 3 agosto di quell’anno, un ordigno esplosivo devastante fu fatto detonare al civico 29 di via San Giovanni, una fortezza rivoluzionaria dove venivano raccolti armi e munizioni dalla corrente anarchica. L’esplosione uccise 19 persone e ne ferì oltre 50, la maggioranza dei quali erano civili innocenti. È stato uno dei più gravi attacchi terroristici della storia italiana ed europea.

Il periodo tra la fine della prima guerra mondiale e l’ascesa del fascismo fu uno dei più turbolenti della storia italiana, con scontri violenti tra i partiti politici e il crescente terrorismo anarchico. Mentre la situazione politica si inaspriva, l’attenzione del governo si concentrava sulla lotta all’opposizione e sulla repressione del dissenso.

L’attentato di Torino fu immediatamente attribuito a un gruppo di anarchici. Dodici uomini e donne furono arrestati ai primi di settembre e su di loro caddero accuse gravissime. I dodici, infatti, vennero detenuti in isolamento e sottoposti a interrogatori durissimi. Tuttavia, durante il processo, l’accusa si rivelò insostenibile e, in seguito a scontri anche violenti, solo cinque di loro vennero condannati. Tra questi cinque si trovava Sante Pollastri, che venne fucilato il 16 dicembre 1922.

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