La sonda Stardust è stata lanciata nel 1999 con l’obiettivo di raccogliere campioni del coma della cometa Wild 2. La sonda ha utilizzato un cuneo in silicone per catturare i campioni e poi li ha depositati in una capsula che è stata rilasciata nel 2006 e recuperata in Utah nel gennaio del 2007.
Stardust@home permette agli utenti di analizzare le immagini di microscopio elettronico dei campioni raccolti per individuare i granuli di polvere interstellare. I partecipanti al progetto sono chiamati “cercatori di polvere di stelle” e il loro contributo è stato fondamentale per l’identificazione dei granuli.
Il progetto è stato lanciato nel 2006 e inizialmente era previsto solo per un anno, ma l’enorme degli anni, Stardust@home ha coinvolto oltre 30.000 partecipanti da tutto il mondo.
Uno dei granuli di polvere interstellare individuati grazie a Stardust@home è stato battezzato Orion. Si tratta di uno dei più grandi e complessi granuli mai identificati. Grazie al contributo dei partecipanti al progetto, gli scienziati hanno potuto studiare la composizione chimica di Orion e quindi comprendere meglio le condizioni del sistema solare e dell’universo.
Ma Stardust@home non è solo un progetto scientifico. È anche un modo per coinvolgere appassionati di scienza di tutto il mondo e accendere in loro la passione per l’esplorazione dell’universo.
Il progetto ha anche portato alla creazione di una comunità di appassionati di scienza che si scambiano idee, discutono di scoperte scientifiche e supportano l’astronomia in generale.
Inoltre, Stardust@home dimostra come la collaborazione tra scienziati e cittadini comuni possa portare a risultati eccezionali. La partecipazione di individui appassionati di scienza con background diversi ha permesso di identificare granuli di polvere interstellare che forse sarebbero sfuggiti agli scienziati.
In conclusione, Stardust@home è un progetto che dimostra la potenza della collaborazione tra scienziati e appassionati in tutto il mondo. Grazie al contributo di migliaia di persone, gli scienziati hanno potuto studiare granuli di polvere interstellare e comprendere meglio l’universo. Ma il progetto ha anche creato una comunità di appassionati di scienza che continua a discutere di scoperte scientifiche e a sostenere l’astronomia in generale. Il successo di Stardust@home dimostra che la passione per la scienza e l’esplorazione dell’universo sono universali e possono essere condivise da persone di ogni etnia, nazionalità e background culturale.