La sinestesia è la capacità di connettere in modo inconsueto i sensi, per cui un suono può avere un colore, un’immagine un sapore, una parola un odore. Il regista ha deciso di utilizzare questo tema come leitmotiv dell’intera opera, che si sviluppa in maniera onirica e misteriosa tra le strade di una grande città russa.
Il protagonista è un giovane artista sinestetico, che cerca in ogni modo di dar voce alle sue sensazioni e ai suoi pensieri contrastanti. La sua vita è sconvolta da un’inaspettata presenza femminile, che lo distrae dalla sua solitudine creativa. Ma quella che sembra essere una relazione romantica si trasforma ben presto in un incubo psicologico, che coinvolge anche gli altri personaggi del film.
Il cast è formato da attori russi emergenti, che offrono interpretazioni intense e affascinanti, immergendosi completamente nel clima surreale della pellicola. La fotografia e la musica sono altrettanto essenziali per la riuscita estetica del film, che gioca sapientemente con le luci, le ombre e le tonalità della città.
Sinestesia è uno di quei film che vanno visti attentamente, per cogliere appieno ogni dettaglio e ogni suggestione. La trama non è lineare e spiegata nei dettagli, ma anzi lascia ampio spazio all’interpretazione personale dello spettatore. Questo lo rende un’opera che fa riflettere, che prova a scavare nella complessità dell’animo umano e delle relazioni interpersonali.
Molti sono stati colpiti dalla bellezza visiva del film, dalla sua originalità e dalla sua atmosfera rarefatta. Tuttavia, altri hanno criticato la mancanza di un’univocità comunicativa, il fatto che non tutti possano apprezzare una pellicola così “sperimentale”.
Concludendo, Sinestesia è un film che merita di essere visto almeno una volta nella vita, specialmente da chi è alla ricerca di esperienze allestetiche nuove e stimolanti. La sinestesia è una condizione rara e affascinante, che questo film riesce a rappresentare con grande maestria. Siamo davanti a un’opera che ci mette in guardia dal rischio di rifugiarsi nell’illusione, nella sfuggente bellezza dell’arte, senza affrontare l’essenza della realtà circostante.