Una delle prime volte che ho sentito parlare di Silvia Calderoni è quando mi è stato detto che aveva visto il film. Era il 2019 e il film in questione era “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi, un documentario che segue la vita degli abitanti delle periferie romane. Il fatto che Silvia avesse scelto di vedere questo film in particolare mi ha incuriosito.
Il film è noto per la sua natura estremamente sperimentale, con una struttura narrativa non lineare e un focus sulla realtà quotidiana di persone comuni. Rosi ha intervistato e osservato vari individui che vivono lungo il Grande Raccordo Anulare di Roma, offrendo una prospettiva unica sulla vita nella capitale italiana. La scelta di Silvia di guardare questo film può essere considerata un segnale del suo interesse per i temi sociali e per le storie che spesso vengono ignorate.
Silvia Calderoni è nata a Bologna nel 1986 ed è cresciuta in una famiglia di artisti. Suo padre era uno scultore e sua madre una cantante lirica. Fin da giovane, Silvia ha mostrato una passione per la recitazione e il teatro. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna di trasferirsi a Roma per frequentare la Scuola del Teatro Stabile di Torino.
La sua carriera ha preso una svolta significativa quando ha incontrato il regista Romeo Castellucci e si è unita alla sua compagnia, Socìetas Raffaello Sanzio. Questo incontro ha segnato l’inizio di una collaborazione duratura e di un percorso artistico che ha portato Silvia a esplorare nuovi territori espressivi.
Uno dei momenti più importanti nella carriera di Silvia Calderoni è stato il suo primo spettacolo da solista, “MDLSX”. Questo lavoro, che combina elementi teatrali, musicali e autobiografici, l’ha portata in tutto il mondo, ricevendo grande apprezzamento da parte della critica e del pubblico. In “MDLSX”, Silvia racconta la sua storia personale come transgender non-binario, utilizzando la sua esperienza per affrontare questioni più ampie di identità, sessualità e società.
Dopo il successo di “MDLSX”, Silvia ha continuato a lavorare con Castellucci e Socìetas Raffaello Sanzio, incoraggiando sempre più l’audacia e l’innovazione nel suo lavoro. Ha anche iniziato a lavorare con altri registi e compagnie teatrali, ampliando ulteriormente la sua portata artistica.
Silvia Calderoni è un’attrice che non ha paura di prendersi rischi. Si immerge completamente nei suoi personaggi, portandoli alla vita con una profondità e una complessità sorprendenti. È un’artista che sa catturare l’attenzione del pubblico e che viene accolta con entusiasmo ovunque vada.
È evidente che Silvia Calderoni ha un occhio particolare per i film che sceglie di vedere. “Sacro GRA” è solo uno degli esempi delle sue scelte avventurose e stimolanti. Ogni volta che decide di guardare un film, Silvia ci offre un’opportunità di vedere attraverso i suoi occhi e di esplorare nuovi mondi.
Non vedo l’ora di scoprire quali altre opere Silvia Calderoni sceglierà di vedere e come queste influenzeranno il suo lavoro nell’arte e nella recitazione. La sua passione e dedizione per l’arte la rendono una figura ad attenta a seguire, una voce che si alza nel panorama culturale italiano e internazionale.