Supponiamo di avere il polinomio P(x) = 3x^3 + 4x^2 – 5x – 2. Il nostro obiettivo è ridurre questo polinomio.
Il primo passo è controllare se il polinomio può essere fattorizzato applicando la regola di Ruffini. Proveremo diverse possibilità di divisori, fino a quando non troveremo una radice. Nel nostro caso, ci accorgiamo che x = 1 è una radice del polinomio.
Applicando dunque la regola di Ruffini, otteniamo il risultato che la è esatta. Quindi, abbiamo fattorizzato il polinomio nel seguente modo: P(x) = (x – 1)(3x^2 + 7x + 2).
A questo punto, abbiamo ottenuto un polinomio di secondo grado all’interno della parentesi. Per ridurlo ulteriormente, possiamo applicare la formula risolutiva della equazione di secondo grado, ovvero x = (-b ± √(b^2 – 4ac)) / (2a), dove a, b e c sono i coefficienti del polinomio.
Nel nostro caso, il polinomio 3x^2 + 7x + 2 ha i coefficienti a = 3, b = 7 e c = 2. Possiamo applicare la formula risolutiva per trovare le radici del polinomio.
Utilizzando la formula, otteniamo x = (-7 ± √(7^2 – 4(3)(2))) / (2(3)). Risolvendo questa equazione, troviamo che le radici del polinomio sono x = -2 e x = -1/3.
Ora, abbiamo completamente ridotto il polinomio di terzo grado in fattori lineari. Possiamo scrivere il polinomio come P(x) = (x – 1)(x + 2)(x + 1/3).
Questa forma fattorizzata rende più facile analizzare e risolvere il polinomio. Possiamo individuare facilmente le radici del polinomio e il comportamento del polinomio in ogni intervallo.
In conclusione, ridurre un polinomio di terzo grado coinvolge l’applicazione della regola di Ruffini per trovare una radice, seguita dalla fattorizzazione del polinomio rimanente utilizzando la formula risolutiva dell’equazione di secondo grado. La forma fattorizzata è più semplice da analizzare e risolvere. Il processo di riduzione del polinomio di terzo grado richiede pazienza e metodo, ma alla fine rende più comprensibile l’espressione matematica.