Il titolo dell’album fa riferimento alla teoria secondo cui l’informazione è diventata il quinto potere, dopo l’esecutivo, il legislativo, il giudiziario e i media. Murubutu analizza in modo critico l’attuale situazione politica e sociale italiana, puntando il dito sui problemi della democrazia rappresentativa, della corruzione, delle disuguaglianze e della crescente polarizzazione ideologica.
La scaletta dell’album è caratterizzata dalla presenza di numerosi ospiti di alto profilo, tra cui il cantautore fast folk Andrea Poggio, l’emcee statunitense Rome Streetz, il poeta e scrittore Gianluca Morozzi e il trombettista Luca Savazzi. Lo stesso Murubutu si cimenta in varie forme artistiche, spaziando dal rap alla spoken word, dal folk al jazz, dalla canzone d’autore alla poesia.
L’album si apre con La stagione del dilemma, che presenta un affresco desolante dell’Italia contemporanea, dominata dalla crisi economica, dalla precarietà del lavoro, dall’ignoranza diffusa e dalla paura del diverso. Murubutu prosegue con Non c’è futuro senza memoria, brano che richiama alla responsabilità collettiva di preservare il patrimonio culturale e storico, mettendo in luce le contraddizioni delle politiche di austerity e di privatizzazione della cultura.
In L’isola degli sfigati, Murubutu si confronta con il tema dell’emarginazione sociale e del bullismo, denunciando la superficialità dei social media e l’isolamento delle nuove generazioni. Il brano è arricchito dalle splendide parti cantate da Andrea Poggio, che conferiscono un tocco di eleganza e malinconia alla narrazione.
Uno dei momenti più intensi dell’album è La morte del sole, dove Murubutu si mette nei panni di un migrante che cerca di raggiungere l’Europa in modo disperato, raccontando le violenze, le umiliazioni e le speranze spezzate di chi è costretto a lasciare la propria terra per motivi di guerra, fame o oppressione.
Il disco prosegue con Allo specchio, una sorta di lettera aperta rivolta ai giovani d’oggi, che l’artista invita a non cedere alla rassegnazione e alla banalità, ma a cercare la propria strada e il proprio senso di appartenenza. Rome Streetz si unisce a Murubutu in Strade, un brano che esplora il tema della violenza urbana, della criminalità organizzata e della disperazione dei quartieri popolari.
La chiusura dell’album è affidata al poetico L’ultima goccia, che riprende l’idea del quinto potere come strumento di resistenza culturale e morale contro il potere dominante. Il trombettista Luca Savazzi regala alcune note di rara bellezza, accompagnando Murubutu in una sorta di canto collettivo che unisce la voce di chi lotta per la giustizia e la libertà.
In conclusione, Quinto potere è un album coraggioso, che unisce la denuncia sociale alla ricerca estetica, la parola alla musica, il presente al passato. Murubutu dimostra di essere uno dei più grandi talenti della scena hip hop italiana, capace di rinnovare le forme e i contenuti del genere e di tenere alta la bandiera dell’arte impegnata e della cultura critica.