La pratica di utilizzare la nel processo di vinificazione è ampiamente diffusa nell’industria vinicola. La bentonite, un tipo di argilla colloidale, è nota per le sue proprietà di chiarificazione e stabilizzazione dei vini. Quando e come utilizzare la bentonite nel vino è un tema di discussione tra gli enologi, ma ci sono alcune linee guida generali che possono essere seguite.

La bentonite viene tradizionalmente inserita nel vino durante la fase di chiarifica, dopo la fermentazione alcolica, ma prima della fermentazione malolattica. Questo è il momento in cui il vino viene separato dalle impurità solide e torbide attraverso processi come la filtrazione o la centrifugazione. Inserire la bentonite in questa fase aiuta a rimuovere le particelle sospese e ad ottenere un vino più limpido.

La bentonite agisce come un agente adsorbente, catturando le proteine instabili che possono ca torbidità nel vino. Le proteine possono provenire dalle uve stesse o essere generate durante la fermentazione. Questo è particolarmente importante per i vini bianchi e rosati, che tendono ad essere più sensibili alle instabilità proteiche. Inserire la bentonite aiuta a eliminare queste proteine, migliorando l’aspetto e la stabilità del vino.

Ma quanto bentonite usare nel vino? La quantità di bentonite necessaria dipende dal tipo di vino e dalla sua condizione iniziale. Generalmente si consiglia di utilizzare da 0,5 a 2,5 grammi di bentonite per litro di vino. La scelta della quantità ideale dipende dalle caratteristiche specifiche del vino, come la sua acidità, il pH e la presenza di sostanze adesive. Gli enologi devono fare dei test per determinare la quantità esatta di bentonite da utilizzare.

È anche importante notare che l’aggiunta di bentonite al vino può avere alcune implicazioni sul profilo sensoriale. La bentonite può influenzare il gusto e l’aroma del vino, quindi è necessario valutare attentamente il suo utilizzo. Alcune varietà di uva e stili di vino possono essere più sensibili al sapore della bentonite rispetto ad altri. Gli enologi devono bilanciare attentamente gli effetti desiderati di chiarificazione con l’effetto sul profilo sensoriale del vino.

Inserire la bentonite nel vino richiede anche di seguire alcune procedure specifiche. Di solito, la bentonite viene mescolata con acqua calda per formare una sospensione, nota come bentonite slurry. Questa bentonite slurry viene quindi aggiunta al vino e trattata per un periodo di tempo specifico, di solito da 1 a 2 settimane. Durante questa fase, il vino deve essere lasciato a riposo, in modo che la bentonite possa sedimentare sul fondo del contenitore. Successivamente, il vino viene chiarificato, separando la bentonite depositata e le particelle estranee.

È importante anche considerare la qualità della bentonite utilizzata. Non tutte le bentoniti sono uguali e la scelta di una bentonite di alta qualità può fare la differenza nel processo di chiarificazione. Gli enologi dovrebbero scegliere bentoniti che offrono una buona capacità adsorbente e bassi livelli di impurità.

In conclusione, inserire la bentonite nel vino può essere un passo importante per ottenere un prodotto chiaro e stabile. Tuttavia, è essenziale bilanciare attentamente gli effetti desiderati sulla chiarezza con l’impatto sul profilo sensoriale del vino. Seguendo le linee guida generali e facendo dei test appropriati, gli enologi possono utilizzare la bentonite in modo efficace durante il processo di vinificazione.

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