Quando si pensa al Medioevo, può essere difficile immaginare come veniva cotta e preparata la cucina all’epoca. Tuttavia, un famoso racconto di Giovanni Boccaccio, noto scrittore italiano del XIV secolo, ci offre un’interessante prospettiva su un aspetto particolare della cucina medievale: il cocere al vino, ovvero il processo di cottura dei cibi utilizzando il vino come ingrediente principale nei .

Nel suo racconto intitolato “Nastagio degli Onesti”, Boccaccio descrive una festa sontuosa organizzata da alcuni nobili fiorentini. Durante questa festa, i forni vennero portati alla tavola, piuttosto che le pietanze venissero condotte nei forni. Questo metodo era alquanto insolito per i tempi, poiché di solito i cibi venivano cotti in un forno separato. Tuttavia, il racconto di Boccaccio mostra un’eccezione a questa tradizione.

Durante la festa immaginaria, il fornaio portò un enorme forno decorato in stile barocco. All’interno del forno, invece della fiamma tradizionale, era posizionato un recipiente contenente del vino. Il calore generato dal fuoco del vino era responsabile della cottura degli alimenti. Le pietanze venivano poste su spiedi di metallo e delicatamente immerse nel vino bollente all’interno del forno.

Il vino utilizzato per la cottura aveva una doppia funzione. Prima di tutto, il vino aggiungeva sapore ai cibi, conferendo loro un gusto unico e caratteristico. Inoltre, il vino agiva come un agente di cottura, penetrando nell’alimento e rendendolo morbido e succoso al palato.

Questa tecnica di cottura con il vino era particolarmente popolare tra i nobili dell’epoca. Il racconto di Boccaccio suggerisce che questa pratica venisse utilizzata per occasioni speciali e sontuose, come feste o banchetti. È probabile che questa tecnica fosse riservata alle persone più abbienti, in quanto il vino era un ingrediente costoso.

Oltre al racconto di Boccaccio, altre fonti storiche del tempo confermano l’uso del vino come ingrediente di cottura. Ad esempio, il libro di cucina medievale “Liber de Coquina” elenca diverse ricette che prevedono l’uso del vino per cucinare i cibi. Questo dimostra che la pratica non era limitata alla fantasia di Boccaccio, ma era effettivamente diffusa.

La cottura con il vino non è comune nella cucina moderna. Tuttavia, alcuni chef contemporanei stanno riscoprendo questa tecnica antica e la stanno incorporando nelle loro creazioni culinarie. Utilizzano il vino per marinare e cuocere la carne, o come base per le salse e le riduzioni. Questo metodo aggiunge un nuovo strato di complessità e sapore ai piatti.

Quando pensiamo alla cucina nel Medioevo, spesso ci vengono in mente immagini di selvaggina, stufati e cotti a lungo. Tuttavia, il racconto di Boccaccio ci offre uno spaccato diverso della cucina dell’epoca, evidenziando una pratica culinaria unica e affascinante: la cottura dei cibi nei forni immersi nel vino. Questa tecnica era un esempio di innovazione e creatività culinaria che ricorda quanta ricchezza e varietà c’erano nella cucina medievale. Tuttavia, è anche un ricordo della forza del vino come ingrediente culinario, una tradizione che sta ritornando alla ribalta nella cucina contemporanea.

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