La Fossa delle Marianne prende il nome dalle Isole Marianne, che si trovano a est. Si estende per oltre 2.500 chilometri ed è considerata uno dei più grandi sistemi di fosse oceaniche mai scoperti. L’aspetto più stupefacente di questa è la sua profondità, che è più di otto volte la profondità media degli oceani.
La parte più profonda della Fossa delle Marianne è conosciuta come Challenger Deep, che raggiunge una profondità di circa 10.925 metri. Per mettere in prospettiva questa cifra, basta immaginare che il Monte Everest, la montagna più alta del mondo, con una altitudine di circa 8.848 metri, potrebbe essere posizionato all’interno della fossa e ancora apparire sommerso dalle sue profondità oscure.
La Fossa delle Marianne è stata esplorata per la prima volta nel 1960 dalla spedizione Trieste, che ha visto l’immersione di un veicolo subacqueo chiamato “Bathyscaphe Trieste” condotto da Jacques Piccard e Don Walsh. Questa storica immersione ha dimostrato la vastità e la vasta biodiversità presente nelle profondità marine più estreme.
Le condizioni nella Fossa delle Marianne sono estremamente inospitali per la vita umana. La pressione alle profondità della Challenger Deep è di circa 1000 volte superiore a quella al livello del mare, rendendo impossibile la sopravvivenza senza l’ausilio di submersibles specializzati. Inoltre, la temperatura dell’acqua può scendere a pochi gradi sopra lo zero e la luce solare non penetra mai in queste profondità estreme.
Nonostante queste condizioni impegnative, la Fossa delle Marianne ospita una varietà sorprendente di vita marina. Nei depositi di fango e detriti sul fondo oceanico, sono state scoperte specie di polpi, crostacei e pesci adattati a sopravvivere in queste condizioni estreme. Alcuni punti di osservazione nel corso degli anni hanno anche documentato la presenza di batteri e altre forme di microbiologia adattate all’oscurità e alla scarsità di risorse.
La Fossa delle Marianne è anche una fonte di grande interesse scientifico. Gli scienziati sono interessati a studiare le pressioni e i gradienti termici presenti a queste profondità estreme per comprendere meglio come si comportano i materiali geologici e le risorse naturali nelle acque profonde. Inoltre, la fauna unica che si trova in questa zona può dare importanti dettagli sulle modalità di adattamento evolutivo delle specie marine.
Tuttavia, nonostante l’interesse scientifico e l’impatto ambientale, la Fossa delle Marianne è minacciata da svariate attività umane. L’inquinamento marino, la pesca illegale e la produzione di risorse minerarie marine rappresentano una potenziale minaccia per questo delicato ecosistema. Pertanto, è fondamentale implementare misure di conservazione che tutelino la Fossa delle Marianne e le sue creature uniche.
In conclusione, la Fossa delle Marianne rappresenta uno dei luoghi più profondi ed estremi della Terra. Con una profondità di oltre 11.000 metri, questa imponente depressione abissale offre agli scienziati un’opportunità unica di comprendere meglio i segreti del nostro pianeta e le forme di vita che possono sopravvivere in condizioni così avverse. Tuttavia, è necessario agire per proteggere questo ecosistema dalle minacce umane, in modo che continui ad ispirare e stupire le future generazioni.