Quando si parla di browser web, spesso ci si domanda perché alcuni utilizzano una base comune invece di sviluppare un browser completamente autonomo. Nel caso di Safari, il browser predefinito sui dispositivi Apple, la scelta di affidarsi a Google è stata dettata da diversi motivi strategici.

1. Collaborazione tecnica

I browser moderni richiedono un’infrastruttura solida e costante aggiornamento per essere all’avanguardia. Collaborare con Google permette a Apple di sfruttare la vasta esperienza e le risorse della società, contribuendo a migliorare le prestazioni di Safari.

2. Motivi finanziari

Google è attualmente il motore di ricerca più utilizzato a livello globale e Safari utilizza il motore di ricerca di Google come impostazione predefinita. Questo implica che ogni volta che un utente utilizza Safari per effettuare una ricerca, Google visualizza gli annunci pubblicitari e guadagna dai clic degli utenti.

3. Compatibilità con gli standard web

Google Chrome, il browser sviluppato da Google, è noto per essere altamente compatibile con gli standard web. Affidarsi a Google per la base di Safari consente ad Apple di offrire una piattaforma solida che riesce a supportare le ultime tecnologie web e garantire una migliore esperienza di navigazione per gli utenti.

4. Sviluppo di funzionalità aggiuntive

Collaborare con Google consente anche a Safari di beneficiare delle funzionalità aggiuntive sviluppate da Google Chrome. Queste funzionalità possono essere integrate in Safari per offrire agli utenti nuove esperienze di navigazione e aumentare la concorrenza con altri browser.

Nonostante Safari sia il browser predefinito di Apple, la scelta di affidarsi a Google come base per il suo funzionamento ha portato diversi vantaggi. La collaborazione tecnica, i motivi finanziari, la compatibilità con gli standard web e lo sviluppo di funzionalità aggiuntive sono solo alcune delle ragioni che hanno portato a questa decisione. Tutto ciò si traduce in una migliore esperienza di navigazione per gli utenti di Safari.

Fonte immagine: Pixabay

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