Iniziò la sua carriera come magistrato nel 1963, a seguito della laurea in giurisprudenza. Nel 1980 venne nominato procuratore capo della procura di Marsala, in Sicilia. Nel 1983 si trasferì a Palermo, dove divenne un punto di riferimento nella lotta alla criminalità organizzata della città.
Borsellino fu un giudice intenso, tenace e coraggioso, sempre alla ricerca della verità e della giustizia. Nel 1986 fu assegnato alla Maxiprocesso di Palermo, uno dei più grandi processi contro la mafia mai svolti in Italia. Questo processo, che durò tre anni, portò all’arresto di molti esponenti della mafia siciliana, compreso il boss Totò Riina.
Nel 1992 Borsellino venne nominato giudice istruttore per indagare sull’attentato che aveva ucciso l’altro giudice anti-mafia Giovanni Falcone, insieme a sua moglie e ad altre tre persone. Proprio mentre stava indagando sull’attentato, il 19 luglio del 1992, Borsellino fu ucciso insieme ai cinque agenti della sua scorta in un attentato dinamitardo, nel quartiere residenziale di via D’Amelio a Palermo.
L’assassinio di Paolo Borsellino fu un choc per l’intera nazione. In poche ore si diffuse la notizia dell’attentato, che provocò un’onda di indignazione e di proteste. La morte di Borsellino e Falcone segnò una devastante sconfitta per lo Stato italiano e rivelò l’enorme potere della mafia in Sicilia.
La figura di Paolo Borsellino è stata spesso associata a quella di Giovanni Falcone, a sua volta giudice integerrimo e coraggioso ucciso dalla mafia pochi mesi prima del collega. Borsellino e Falcone lavorarono insieme per anni nella lotta contro la criminalità organizzata e rappresentavano un esempio per molti magistrati e cittadini italiani.
La morte di Borsellino ha rappresentato una ferita profonda per l’Italia, che ha cercato di dare giustizia alle vittime attraverso un lungo processo che ha visto la condanna di molti esponenti della mafia. Tuttavia, il senso di impotenza e di rabbia che ha suscitato il suo assassinio è ancor oggi tangibile, soprattutto nella Sicilia che l’ha visto nascere e crescere.
Paolo Borsellino rimane un esempio di coraggio e di lotta per la giustizia, la legalità e la democrazia. La sua figura rappresenta una testimonianza di come la lotta contro le organizzazioni criminali sia un dovere di ogni cittadino e di come, in questa lotta, la legalità e il rispetto delle regole siano fondamentali per la convivenza civile. Il suo sacrificio rappresenta una memoria da custodire e un’impegno per il futuro di tutti, perché la giustizia e la verità non siano mai dimenticate.