Le correnti oceaniche del Pacifico convergono in un’area tra la California e le Hawaii, dove si creano dei vortici. Qui si accumulano migliaia di tonnellate di plastica, rifiuti industriali, reti da pesca e altri materiali non biodegradabili che si depositano in questa “isola di spazzatura”.
Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), il Pacific Trash Vortex ha dimensioni in continua espansione e si estende su un’area di circa 1,6 milioni di chilometri quadrati, circa tre volte la superficie della Francia.
La maggior parte dei rifiuti che si accumulano nel Pacific Trash Vortex proviene dalle attività umane sulla terraferma, compresi gli scarti domestici, l’acqua di scarico delle navi e le perdite accidentali di materiale durante le operazioni di trasporto marittimo.
La presenza di questo enorme ammasso di rifiuti nella parte centrale dell’oceano ha ripercussioni negative sull’ambiente marino e sulla vita degli organismi che lo abitano. Ad esempio, i rifiuti di plastica possono soffocare le creature marine e la plastica frammentata può circolare nell’oceano per decenni, inquinando le acque e l’aria.
Gli effetti del Pacific Trash Vortex si estendono anche alla pesca, in quanto reti, rifiuti e altri oggetti possono danneggiare i motori delle imbarcazioni da pesca. Ciò può causare problemi e persino incidenti per i pescatori, oltre a danneggiare l’habitat degli organismi marini.
Tuttavia, ci sono sforzi in corso per cercare di contrastare la presenza del Pacific Trash Vortex. Alcune organizzazioni ambientaliste stanno lavorando per rimuovere i rifiuti dal vortice attraverso metodi come il riciclaggio, la pulizia e la riduzione dei rifiuti.
Ad esempio, la campagna “The Ocean Cleanup” è stata ideata da un giovane olandese, che ha sviluppato un sistema di barriere galleggianti in grado di raccogliere i rifiuti in mare. Questo sistema sta sperimentando la propria efficacia e si spera che possa contribuire a ridurre la quantità di rifiuti presenti nel Pacific Trash Vortex.
Tuttavia, è importante sottolineare che la rimozione dei rifiuti dalla Grande Isola di Spazzatura del Pacifico non risolve completamente il problema. È altrettanto importante ridurre la quantità di rifiuti generati dall’uomo e cambiare i nostri comportamenti nei confronti dell’ambiente.
In futuro, sarà necessario continuare a sviluppare soluzioni sostenibili per gestire i rifiuti e preservare l’ecosistema oceanico. Solo così si potranno garantire acque sane e sicure per tutti gli organismi che vivono nell’oceano, compresi gli esseri umani.