Nella serata del 31 dicembre, Ramelli ed i suoi amici festeggiavano in un bar del paese quando, verso le 2 di notte, decisero di lasciare il locale per andare a casa. Poco dopo aver varcato la soglia del bar, Ramelli fu avvicinato da un gruppo di giovani che gli chiesero una sigaretta. Purtroppo, il semplice scambio di parole si trasformò in una rissa, durante la quale Ramelli fu colpito violentemente alla testa con un oggetto contundente.
Nel corso della notte, Ramelli fu trasportato d’urgenza in ospedale, ma le sue condizioni si rivelarono subito critiche. Dopo qualche giorno di coma, il giovane studente universitario morì tra le braccia dei suoi genitori.
L’omicidio di Sergio Ramelli suscitò grande indignazione e commozione in tutta Italia. Le indagini per trovare i responsabili dell’aggressione furono subito avviate, ma tuttavia rimasero a lungo senza successo. Solo quattro anni dopo il tragico evento, nel 1985, tre giovani vennero arrestati con l’accusa di omicidio premeditato.
Alberto Agostini, Alfonso Pontillo e Pasquale De Giulio furono riconosciuti colpevoli dell’omicidio di Sergio Ramelli e condannati al carcere a vita. Nel corso del processo, i tre giovani ammisero di aver aggredito Ramelli per puro piacere, senza nessun motivo in particolare.
Il caso dell’omicidio di Sergio Ramelli ha rappresentato uno dei casi più emblematici di violenza e di insensatezza giovanile della storia italiana. L’evento, infatti, ha segnato profondamente l’opinione pubblica e ha portato alla creazione di una nuova consapevolezza sulla necessità di prevenire e combattere la violenza tra i giovani.
Ancora oggi, il ricordo di Sergio Ramelli resta vivo nella memoria di tutti coloro che hanno vissuto quel tragico momento. Ogni anno, infatti, nel giorno del suo compleanno, il vicino comune di Lanuvio organizza una marcia di commemorazione in suo onore.
L’omicidio di Sergio Ramelli è un monito e una lezione per tutti noi: la violenza e l’aggressione gratuita non porteranno mai a nulla di buono, ma solo a dolore e sofferenza per coloro che ne sono vittime. Ecco perché è importante continuare a combattere la violenza, educando i giovani a rispettarsi e a riconoscere il valore della vita umana. Solo in questo modo potremo garantire un futuro migliore per tutti.