La narrazione del film incomincia con Joe Doucett che si sveglia in una stanza d’albergo con una forte sbornia dopo una notte di bevute e scopre di essere stato rapito. Non sa il motivo del suo rapimento né chi possa averlo fatto, ma capisce che qualcuno vuole completare il suo puzzle personale. Inizia così un lungo calvario che lo vedrà recluso in una stanza d’albergo, senza potersi comunicare con chiunque e senza comprendere cosa stia succedendo fuori dal mondo.
La trama del film si sviluppa con grande tensione e mistero, portando lo spettatore ad identificarsi con il protagonista principale Joe Doucett. Il personaggio conduce diverse indagini per cercare di risolvere il mistero del suo rapimento poi fuggire e riappropriarsi segnato-la-fine-della–stagione-2012-2013-della-serie-a’ title=’Maggio 2013 ha segnato la fine della stagione 2012-2013 della Serie A’>della sua vita. Ma le cose non sono come sembrano e Joe scopre di essere diventato il capro espiatorio di un piano di vendetta. La storia si infittisce quando Joe incontra la giovane assistente sociale Marie Sebastian (Elizabeth Olsen), che lo aiuta a scoprire la verità su chi lo ha rapito e il motivo dietro il suo rapimento.
Uno degli aspetti più interessanti del film è la sua struttura narrativa. Il film si apre sulla scena del protagonista Joe Doucett che viene rinchiuso in una stanza da almeno 20 anni. La scena del suo rapimento e dell’isolamento dall’esterno, conduce lo spettatore a riflettere sulla propria condizione di libertà e di autonomia. La complessità del film è data dalle diverse sequenze di flashback che si alternano alla storia principale, permettendo allo spettatore di conoscere ulteriori dettagli sulla vita di Joe Doucett e la sua figura di vittima nella società moderna.
La fotografia del film è di grande impatto visivo, grazie alla sua atmosfera claustrofobica e opprimente che cerca di permettere lo spettatore di identificarsi con il protagonista durante il suo lungo calvario. La colonna sonora, curata dal compositore spagnolo Roque Banos, costituisce un altro dei punti di forza del film. La musica supporta la tensione narrativa e gli attacchi di adrenalina.
Oldboy è un film che deve essere visto, sia per i suoi grandi pregi che per le sue imperfezioni. La regia di Spike Lee ha sottolineato l’aspetto estetico e l’impatto visivo della pellicola, ma non è riuscito a sfruttare completamente tutte le potenzialità narrative della trama. Tuttavia, la perfetta interpretazione dell’attore protagonista Josh Brolin ha reso il personaggio di Joe Doucett credibile e ha permesso allo spettatore di emozionarsi e di identificarsi nella vicenda del protagonista.
In conclusione, Oldboy è un film che ha molte sfaccettature e merita di essere visto. Tuttavia, se si cerca un thriller al ritmo incalzante e dalla trama convincente, probabilmente questo film non soddisferà appieno le aspettative, ma allo stesso tempo può dare molti spunti di riflessione sul tema della vendetta e della ricerca della libertà individuale.