Nell’immaginario collettivo, la figura della nonna rappresenta un punto di riferimento dal quale trarre saggezza e consigli. Per molti, la nonna è una figura sacra, un punto fermo nel mare degli impegni quotidiani. E proprio questo senso di affetto e devozione si rinnova ogni anno con la celebrazione della Nona alla Madonna dell’Assunta.

La Nona alla Madonna dell’Assunta è un rito antico, che risale alla fine del XV secolo. Si tratta di una novena che cade ogni anno tra fine agosto e inizio settembre, in concomitanza con la festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Si tratta di un momento di preghiera e di incontro nella comunità, durante il quale si invoca la protezione della Madonna.

La novena ha una struttura precisa: ogni giorno, per nove giorni consecutivi, si recita una preghiera specifica e si medita su un tema differente. Si prega per la pace nel mondo, per la famiglia, per i malati, per i defunti e per molti altri bisogni. Gli incontri si tengono in chiesa, alla presenza del sacerdote, e sono un momento di condivisione e di preghiera comune.

La Nona alla Madonna dell’Assunta rappresenta un’occasione preziosa per la comunità. In un’epoca in cui l’individualismo sembra dilagare, la novena permette di ritrovarsi e di pregare insieme, imparando a mettere da parte i propri interessi in nome di un bene comune. Per molte persone, la novena è anche un momento di riflessione sulla propria vita, sulle scelte fatte e su quelle da fare. La preghiera, infatti, aiuta a riscoprire il senso di responsabilità e di comunità che spesso si perde nella quotidianità.

L’origine della Nona alla Madonna dell’Assunta risale al XVI secolo, a Bolsena, in provincia di Viterbo. Qui la popolazione era afflitta da una grave epidemia di peste, che sembrava non dare tregua. I cittadini decisero allora di rivolgersi alla Madonna, invocando la sua protezione. Iniziarono così a pregare per nove giorni consecutivi, e alla fine dell’ottava giornata la peste scomparve. Da allora, la Nona alla Madonna dell’Assunta è diventata una tradizione diffusa in molte parti d’Italia, soprattutto in Lazio e in Campania.

Ogni comunità ha le sue peculiarità, ma tutte unite dalla stessa devozione alla Madonna dell’Assunta. La novena rappresenta un momento di gioia e di condivisione, ma anche di rinuncia e di sacrificio. Durante i nove giorni, infatti, si prega anche per le proprie intenzioni personali, ma ci si impegna anche a fare qualcosa per gli altri. A volte si rinuncia a qualche cosa che si desidera, in segno di solidarietà con chi soffre.

In molti paesi, la Nona alla Madonna dell’Assunta è anche un momento di festa e di convivialità. A fine novena, infatti, si fa una grande processione per le vie del paese, seguita dalla celebrazione della messa e da un pranzo tutti insieme. È un modo per rinnovare gli antichi legami, ma anche per accogliere i nuovi arrivati e integrarli nella comunità.

In un mondo sempre più frenetico, la Nona alla Madonna dell’Assunta rappresenta un’isola di serenità e di pace. La preghiera e la condivisione possono davvero insegnare molto, soprattutto ai più giovani, che spesso hanno perso il contatto con le loro radici. La nonna alla Madonna dell’Assunta è una tradizione che va conservata gelosamente, proprio come si fa con gli antichi tesori di famiglia. Anche se questa tradizione potrebbe sembrare ascrivibile solo al mondo cattolico, la devozione verso una figura come quella della Madonna dell’Assunta è comune a tutte le religioni e non può che unire i popoli verso una comune sorgente ideale, la speranza verso un mondo migliore.

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