In un mondo sempre più connesso, è paradossale pensare che ci sia qualcuno che non sta venendo. Ma questa è la realtà che ci troviamo ad affrontare durante l’era del distanziamento sociale. La pandemia da COVID-19 ha gettato milioni di persone in uno stato di solitudine e isolamento, lasciandole senza quella famigliarità delle relazioni umane che abbiamo sempre dato per scontata.
La solitudine è un sentimento universale, che può colpire chiunque in qualsiasi momento della vita. Ma la pandemia ha amplificato questa sensazione, rinchiudendo molte persone in casa per un periodo prolungato e limitando i contatti sociali al minimo indispensabile. Quella che era una misura necessaria per contrastare la diffusione del virus è diventata una realtà difficile da affrontare per molti.
Le conseguenze della solitudine sono molteplici e profonde. Dal punto di vista fisico, l’isolamento può portare a problemi di salute come l’aumento del rischio di malattie cardiache e diabete, nonché un sistema immunitario debole. Dal punto di vista mentale, la solitudine può causare ansia, depressione e stress, aumentando il rischio di sviluppare disturbi psicologici.
Ma cosa significa davvero dire che sta venendo? Significa che non ci sono visite in famiglia, amici che bussano alla porta o appuntamenti romantici. Significa che il tempo trascorso a casa è un tempo trascorso in solitudine, senza la compagnia degli altri. E sebbene molte persone abbiano trovato modi innovativi per restare in contatto con gli altri attraverso videochiamate e social media, non c’è nulla che possa sostituire il calore di un abbraccio o la gioia di una risata condivisa di persona.
La solitudine può anche avere un impatto sul nostro senso di appartenenza e identità. Viviamo in una società che, per secoli, è stata costruita intorno alla comunità e alle relazioni umane. Le celebrazioni, le feste, i matrimoni e i funerali sono momenti in cui ci uniamo per condividere esperienze ed emozioni. Senza queste interazioni, potremmo sentirci persi e privi di scopo, come se il nostro posto nel mondo fosse scomparso.
Eppure, in mezzo a tutto questo, ci sono anche aspetti positivi da considerare. La solitudine può essere un momento di riflessione e auto-esplorazione. Può essere un’opportunità per riscoprire passioni dimenticate o per imparare nuove competenze. Molti hanno sfruttato questo periodo per coltivare le proprie passioni artistiche o per riscoprire la gioia di leggere un buon libro. Alcuni hanno preso iniziative per aiutare gli altri, donando cibo ai bisognosi o creando reti di supporto online.
Ma anche se i giorni sembrano lunghi e il senso di isolamento può essere opprimente, dobbiamo ricordare che questa situazione è temporanea. Prima o poi, le restrizioni si attenueranno e potremo abbracciare nuovamente le persone che amiamo. Nel frattempo, dobbiamo ricordare di prendere cura di noi stessi e degli altri. La solitudine può essere difficile da sopportare, ma siamo tutti in questo insieme.
Quindi, anche se nessuno sta venendo in questo momento, dobbiamo mantenere la speranza e la fiducia che un giorno torneremo a riempire le nostre case e le nostre vite con la compagnia degli altri. Dobbiamo affrontare questa solitudine collettiva con resilienza e comprensione, sapendo che questo è solo un capitolo temporaneo delle nostre vite. E presto, saremo di nuovo in grado di dire con gioia: “Finalmente, qualcuno sta venendo!”