Agrusti ha iniziato a studiare scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1973, sotto la guida del maestro Lazzaro Toti. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato come assistente del celebre scultore Arnaldo Pomodoro. In questo periodo, ha sviluppato il suo stile personale, lavorando con materiali diversi e creando opere dal forte impatto visivo.
Tra le opere più significative di Agrusti, vi sono la scultura in bronzo “Il Drago” (1982), esposta presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, e “La Signora delle Acque” (1997), una monumentale scultura in acciaio inossidabile che si affaccia sul mare presso l’ingresso del porto di Ostia.
Oltre alle sculture, Agrusti ha lavorato anche come disegnatore, illustratore e ritrattista. Uno dei suoi progetti più noti è stato “L’Enciclopedia delle Arti” (1984), un’opera in cui ha illustrato le tecniche e i materiali utilizzati nell’arte scultorea.
Nel corso della sua carriera, Agrusti ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il 1° Premio al concorso internazionale di scultura “Small Sculpture” di Budapest nel 1999 e il Premio “City of Sidney” alla Biennale di Sidney nel 2001.
La sua arte è stata esposta in mostre personali e collettive in tutto il mondo, tra cui al Museo di Arte Contemporanea di Castello di Rivoli, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano, alla Biennale di San Paolo (Brasile) e alla Biennale di Mosca.
Gli ultimi anni della sua vita sono stati segnati da una grave malattia che lo ha costretto a ridurre la sua attività artistica. Tuttavia, Agrusti ha continuato a lavorare fino alla fine, producendo una serie di opere che riflettono la sua forza interiore e la sua determinazione.
Michelangelo Agrusti è morto a Roma il 12 aprile 2018, all’età di 63 anni. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel mondo dell’arte contemporanea italiana, ma la sua eredità continuerà a vivere attraverso le sue opere, che restano tra le più significative del nostro tempo.