La poesia è infatti un inno alla vita e al suo incessante divenire, ma anche alla difficoltà e all’incertezza che l’uomo deve affrontare ogni giorno nel suo cammino. La mattina appare così come un momento di speranza, di rinascita e di rinnovamento, in cui l’uomo può ritrovare la forza e la volontà di affrontare le sfide della giornata.
La figura del sole, che sorge e sale all’orizzonte, è centrale in questo componimento, simbolo della luce e della bellezza che permea il mondo. Tuttavia, proprio questa luce intensa e abbagliante sembra evocare anche l’incertezza e la paura dell’uomo, che si sente come “un lampo” di fronte alla sua grandiosità.
Nella poesia, infatti, Ungaretti non si limita a celebrare la bellezza e la grandezza della Madre Terra, ma interroga anche la sfera esistenziale dell’uomo, costretto a confrontarsi con la sua fragilità di fronte al mondo e alla morte. L’unica certezza che emerge dai versi, infatti, è quella della ciclicità della natura, della capacità di rinnovamento e di rinascita che essa porta con sé.
La bellezza del paesaggio si fonde quindi con la dimensione interiore dell’uomo, che si ritrova a dover fare i conti con i propri limiti e le proprie incertezze, ma anche con la propria capacità di sperare e di costruire un futuro migliore.
In definitiva, Mattina è un’opera che riflette sull’essenza stessa della vita, sui suoi aspetti più profondi e misteriosi, ma anche sulla bellezza e la grandiosità del mondo che ci circonda. Grazie alla raffinatezza del linguaggio poetico e alla speranza che essa porta con sé, questa poesia rappresenta una rilevante testimonianza della letteratura italiana, capace di ispirare e commuovere anche oggi, a distanza di molti anni dalla sua creazione.