Matteo Messina Denaro è uno dei più noti e pericolosi boss della mafia italiana. Attualmente in latitanza, è stato inserito nella lista dei 30 criminali più ricercati dall’Interpol.

Nato il 26 aprile 1962 a Castelvetrano, in provincia di Trapani, Messina Denaro è stato educato dal padre Francesco, che lo avrebbe poi indirizzato verso la carriera criminale. Negli anni ’80, Matteo entrò a far parte della potente cosca di Castelvetrano, guidata da Vito Vitale, detto “Scopelliti”. Questi, considerato uno dei principali referenti della mafia trapanese, sarebbe stato in grado di controllare una vasta rete di interessi economici e finanziari, grazie all’intesa stabilita con importanti personalità politiche e imprenditoriali del territorio.

La carriera di Messina Denaro all’interno della cosca di Castelvetrano, però, non fu delle più semplici. Inizialmente, infatti, stavolta attività di spaccio di stupefacenti, ma poi il boss scelse di dedicarsi alla gestione del racket delle estorsioni, impiegando anche la forza intimidatoria per farsi rispettare dai propri sottoposti.

Nel corso degli anni ’90, Messina Denaro si inserì sempre di più nel panorama criminale siciliano, sfruttando le relazioni stringe con le altre famiglie mafiose della regione. In particolare, il boss trapanese si alleò con il clan di Agrigento, ma tessé anche rapporti con i Graviano, stragisti di via D’Amelio e autori dell’attentato di Capaci.

La latitanza di Messina Denaro iniziò nel 1993, in seguito all’operazione “Pericle”, che portò alla luce l’intreccio tra mafia e politica nella provincia di Trapani. Nel 2007, il boss fu condannato all’ergastolo per vari reati, tra cui omicidio, estorsione e associazione mafiosa. Tuttavia, come detto, Messina Denaro non si è mai arreso e continua a sfuggire alla giustizia, anche grazie a una vasta rete di complici e rapporti internazionali.

Negli ultimi anni, in particolare, l’attenzione delle forze dell’ordine si è concentrata sulle attività della ‘ndrangheta calabrese, che avrebbe garantito sostegno e protezione a Messina Denaro per continuare la sua attività criminale. Nel corso del 2020, infatti, sono stati arrestati numerosi esponenti delle cosche calabresi, sospettati di aver aiutato il boss trapanese a mantenere i propri contatti con la malavita organizzata, anche all’estero.

Matteo Messina Denaro rappresenta, dunque, uno dei casi più emblematici della criminalità italiana e della lotta senza fine alla mafia. Nonostante i numerosi arresti e la repressione sempre più efficace dei delitti di mafia, infatti, la figura del boss continua a essere vista come un’icona di potere e di controllo sul territorio, tanto che la sua latitanza è diventata quasi un simbolo di sfida per le autorità. L’unica speranza, per il futuro, è quella di continuare a lavorare con determinazione e tenacia contro il fenomeno criminale, anche attraverso la ricostruzione di un tessuto sociale e politico più solido e giusto, in grado di arginare la diffusione della mafia e di tutti i suoi effetti negativi sulla vita quotidiana della società.

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